La notizia della morte improvvisa di Beppe D'Avanzo è sconvolgente per la drammaticità di una vita che si spegne mentre è nella sua fase più attiva e matura e per il valore dell'uomo nel paesaggio dell'informazione e, in fondo, della vita pubblica italiana.
D'Avanzo è figura di punta del giornalismo d'inchiesta, un professionista di primo livello, implacabile nella sua ansia di denuncia e ricerca di verità per far luce su misteri e fatti oscuri e inquinanti della vita italiana: un'ansia accompagnata da una cultura profonda e da un'interpretazione distintiva della funzione professionale, in un’adesione vissuta ai principi dell'articolo 21 della Costituzione.
I suoi scritti, i suoi reportage, le sue inchieste, le sue domande ripetute in ogni modo a interlocutori e protagonisti dei casi da lui trattati mettono in evidenza il lavoro di un giornalista che non si fa condizionare da altri, ma su cui ci si misura nel confronto civile e in quello professionale.
Ai famigliari, ai colleghi di Repubblica, a quanti gli sono stati sempre più vicini i sensi del profondo cordoglio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
MORTO D'AVANZO: SIDDI (FNSI),IMPLACABILE SUA RICERCA VERITA'
"La notizia dell'improvvisa morte di Beppe D'Avanzo è di quelle che sconvolgono per la drammaticità dell'accaduto", commenta il segretario generale della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi. "Scompare un giornalista d'inchiesta di primo piano, implacabile nella sua ricerca di verità e nella sua ansia di far luce sui fatti più misteriosi e inquinanti della vita sociale. Un giornalista di denuncia e in questo prezioso e trasparente", conclude Siddi che invia "alla famiglia e ai colleghi più vicini il sentito cordoglio della Fnsi". (ANSA)
GIORNALISTI: D'AVANZO; ORDINE CAMPANIA,SCOMPARSA GRANDE FIRMA
L'Ordine dei Giornalisti della Campania ''è vicino alla collega Marina D'Amico e a tutta la redazione di Repubblica per la morte improvvisa del collega napoletano Giuseppe D'Avanzo''.
''Un giornalista - aggiunge il presidente Ottavio Lucarelli - che ha iniziato la sua carriera a Napoli negli anni Ottanta diventando una delle più prestigiose firme nazionali, autore di libri sulla mafia e di grandi inchieste su politica e malaffare.
Una grande passione per il giornalismo accoppiata ad una grande umiltà e ad un indiscutibile talento''. (ANSA)
E' MORTO GIUSEPPE D'AVANZO
DAL 2000 ERA UNA DELLE FIRME DI SPICCO DE LA REPUBBLICA
E' morto improvvisamente oggi Giuseppe D'Avanzo, giornalista e scrittore. Nato a Napoli nel 1953, laureato in filosofia, dopo aver lavorato al Corriere della Sera, nel 2000 è approdato a La Repubblica, diventandone una delle firme di spicco.
Ha curato con il giornalista Carlo Bonini, i principali scoop investigativi nei quali la cronaca nera si e' incrociata con la politica, soprattutto estera e militare.
Con il cronista Attilio Bolzoni, esperto di mafia, ha pubblicato 'Il Capo dei Capi. Vita e carriera criminale di Toto' Riina' (Rizzoli, 2007, decima edizione), da cui e' stata tratta un'omonima miniserie tv trasmessa da Canale 5. (ANSA)
GIORNALISTI: ADDIO A D'AVANZO, GRANDE FIRMA DI REPUBBLICA
DA RAPIMENTO ABU OMAR A TELECOM SERBIA; SUE LE '10 DOMANDE'
Il giornalista Giuseppe D'Avanzo, una delle firme di spicco del quotidiano La Repubblica, autore anche di numerosi libri di denuncia, è morto improvvisamente oggi di infarto nei pressi di Calcata (Viterbo). Nato a Napoli il 10 dicembre 1953, laureato in filosofia, dopo aver lavorato al Corriere della Sera, nel 2000 era approdato a La Repubblica.
È stato autore, spesso con i colleghi Attilio Bolzoni e Carlo Bonini, dei principali scoop investigativi nei quali la cronaca nera si è incrociata con la politica, soprattutto estera e militare.
Molte le inchieste che lo hanno visto in prima linea. Dal Nigergate alla vicenda Telecom Serbia, al rapimento di Abu Omar, da lui ripetutamente ricollegato a un'attività clandestina della Cia in territorio italiano, ma anche a una operazione congiunta degli americani con il Sismi.
Ma anche il caso delle ''dieci domande'' rivolte al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, scaturite dalle rivelazioni della redazione di Napoli di Repubblica sulla partecipazione del premier alla festa di compleanno di Noemi Letizia a Casoria, fino al caso delle ''escort di Tarantini''.
Scrisse le '10 domande' a Berlusconi in un editoriale del 15 maggio 2009, diventate poi uno spazio fisso delle pagine del giornale.
Nell'aprile scorso, fuori dall'aula del Palazzo di Giustizia di Milano, D'Avanzo aveva chiesto a Silvio Berlusconi, imputato al processo sul caso Mediaset, perché non avesse reso dichiarazioni ai giudici invece che alla stampa. ''Senta Signor Stalin'', lo aveva apostrofato il premier.
Tra i suoi libri, sono da ricordare I giorni di Gladio, scritto con Giovanni Maria Bellu (Sperling & Kupfer, 1991); Il capo dei capi. Vita e carriera criminale di Totò Riina, con Attilio Bolzoni (Mondadori, 1993); Il mercato della paura. La guerra al terrorismo islamico nel grande inganno italiano, con Carlo Bonini (Einaudi, 2006); La giustizia è Cosa Nostra, con Attilio Bolzoni (Mondadori, 1995); Rostagno: un delitto tra amici, con Attilio Bolzoni (Mondadori, 1997). (di Elisabetta Malvagna) (ANSA)
MORTO GIUSEPPE D'AVANZO, 'FIRMA' DI REPUBBLICA
Giuseppe D'Avanzo, noto giornalista e scrittore, e' morto improvvisamente oggi.
Nato a Napoli nel 1953, laureato in filosofia, ha lavorato per anni a 'La Repubblica', diventandone una delle firme piu' importanti e conosciute dai lettori per le sue inchieste a carattere investigativo. La notizia della morte e' stata data dallo stesso quotidiano, che ricorda che D'Avanzo ha firmato alcune delle inchieste piu' importanti degli ultimi anni, dal Nigergate al rapimento di Abu Omar, fino alle 10 domande rivolte al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, scaturite dalle rivelazioni della redazione di Napoli di Repubblica sulla partecipazione del premier alla festa di compleanno di Casoria.
Con il cronista Attilio Bolzoni, esperto di mafia, ha pubblicato ''Il Capo dei Capi. Vita e carriera criminale di Toto' Riina'' (Rizzoli, 2007, decima edizione), da cui e' stata tratta un'omonima miniserie tv trasmessa da Canale 5. min/ (ASCA)
D'AVANZO: EZIO MAURO, CONTINUEREMO IL SUO LAVORO
FOLLA DI COLLEGHI E LETTORI AI FUNERALI LAICI
ROMA, 1 agosto - ''Prendiamo qui l'impegno di continuare il suo lavoro, l'inchiesta, per arrivare in fondo, alla fine, come faceva sempre lui e tenendo sempre presente la qualità, il metodo e la ricerca dell'eccellenza che Peppe chiedeva sempre a sé stesso e a tutti noi''. Lo ha detto il direttore de La Repubblica, Ezio Mauro, stamattina a Roma, alla aranciera di San Sisto, nel suo intervento ai funerali laici di Giuseppe D'Avanzo, grande firma del quotidiano, scomparso sabato.
''Peppe ci proteggeva col suo modo di stare in campo, e ci ha insegnato ad avere coraggio - ha aggiunto -. Per me dentro Repubblica era una sentinella''. Il direttore del quotidiano, che ha parlato circondato da tutti i suoi giornalisti, davanti al feretro di D'Avanzo, ha sottolineato: ''il nostro giornale nasce perché ci siamo scelti, perché condividiamo una certa idea dell'Italia da testimoniare. Abbiamo un debito per tutto quello che Peppe ci ha dato. Oggi prendiamo l'impegno di continuare il suo lavoro sapendo che è insostituibile, facendoci carico ognuno di qualcosa che ha rappresentato e testimoniato, seguendo tre linee, quello che bisogna sapere, quello che merita di ricordare, quello che resta da capire.
Grazie di tutto, non finisce qui, ti voglio bene, ciao Peppe''.
Durante la cerimonia, sono intervenuti tra gli altri anche il regista Paolo Sorrentino, lo scrittore candidato quest'anno allo Strega Bruno Artaia, alcuni colleghi di repubblica come Attilio Bolzoni e il fratello di D'Avanzo.
Fra i molti colleghi di varie testate (tra cui i direttori dell'ANSA Luigi Contu, della Stampa Mario Calabresi, del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, del Messaggero Mario Orfeo), i tanti lettori di Repubblica, Carlo De Benedetti, l'ad del gruppo Espresso Monica Mondardini, il presidente della Rai Paolo Garimberti. Alla cerimonia erano presenti anche Walter Veltroni, il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, il prefetto Gianni De Gennaro, i registi Nanni Moretti e Sandro Veronesi, gli attori Fabrizio Gifuni e Silvio Orlando.
Le spoglie di D'Avanzo verranno portate al cimitero Flaminio di Roma per la cremazione. (ANSA)
DE MAGISTRIS, D'AVANZO HA SEGUITO PRINCIPI INFORMAZIONE LIBERA
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha ricordato nel corso del suo intervento al Consiglio comunale monotematico sui rifiuti, la scomparsa del giornalista Giuseppe D'Avanzo, morto sabato scorso. "Ci tengo particolarmente – ha dichiarato de Magistris - non solo per la sua origine napoletana, ma perché uno dei temi fondamentali della democrazia è quello relativo al rapporto che deve intercorrere fra potere politico e informazione, cartina di tornasole della potenzialità democratica e liberale di un paese".
L'informazione libera, ha aggiunto de Magistris, "è lo strumento che consente questo controllo e questa ricerca, l'informazione libera è la garanzia perché questo controllo e questa ricerca si realizzino. Un'informazione così concepita, come ricerca della verità anche scomoda per il rappresentante politico-istituzionale, è inoltre un elemento di formazione sociale e civile prezioso per quanti aspirano a garantire una società fondata sulle coscienze vive, autonome, critiche".
"Giuseppe D'Avanzo - ha proseguito il sindaco di Napoli - ha declinato la sua attività seguendo questi principi, contribuendo a rendere l'intero Paese più consapevole e il potere politico più forte, almeno quello che non teme il controllo perché opera senza ombre di nessun genere. Non dimenticando, ovviamente, l'apporto positivo che ha dato all'informazione, la stessa che in questi anni, in alcuni casi e purtroppo spesso, è stata affetta, come direbbe Calamandrei, dalla sindrome dell'agorafobia, scegliendo di censurarsi prima di essere censurata dal potere, garantendosi l'autoconservazione opportunistica".
D'Avanzo, ha sottolineato il sindaco di Napoli, "ha reso un proprio personale importante contributo al miglioramento del sistema democratico. Le sue inchieste di denuncia dei mali nazionali, compresa la deviazione e la corruzione delle istituzioni e del potere, i libri e gli articoli dedicati al tema della mafia e della sua infiltrazione istituzionale, sempre trattati con lo scrupolo tipico delle personalità curiose e vivaci, sono una eredità preziosa per noi tutti".
"Per questo, per la sua morte, dunque, soffre Napoli ma anche l'Italia intera, in particolare quella società civile mobilitata nella lotta al crimine e che non considera il potere politico schermato dallo sguardo critico e vigile di chi lo ha delegato di rappresentarlo e perciò ha il diritto di giudicarlo", ha concluso. (ADNKRONOS)