“Non possiamo credere che il Segretario Generale della Cisl abbia cambiato opinione sul significato e il valore dei contratti, anche il contratto dei giornalisti, per il quale al momento della sua definizione aveva espresso apprezzamento.
Probabilmente, oggi la sintesi di alcune sue dichiarazioni ha originato qualche equivoco che sicuramente il leader di un sindacato che punta tutto sulla contrattazione quale attività primaria avrà modo di diradare coerentemente non solo con le parole ma con i fatti. Certamente, la diversa valutazione sulla manifestazione per una stampa libera e non al guinzaglio in Italia può solo stimolare il massimo rigore nell’interpretazione dei problemi strutturali che riguardano la stampa. A giudizio della Fnsi, il Sindacato dei giornalisti, ma ogni sindacato, per le materie specifiche in cui è chiamato ad operare, non può mancare di proporsi come interlocutore sociale e della comunità civile sui problemi di struttura. E in Italia – questo ritiene la Federazione della Stampa – la questione della libertà non è mai risolta per sempre, rimane un dato strutturale di sistema che non può determinare il silenzio. Non c’è la condizione per cui su questa materia non si debba dire nulla se prima non accadano tante e tante altre cose. Le cose nuove e necessarie accadono se le si coltiva, le si promuove nella ricerca di sintonia con gli interessati. Sulla stampa, sulla sua completezza, sulla sua libertà, sul suo pluralismo reale è necessario che la coscienza civile del Paese si faccia sentire non come semplice utente o cliente ma come portatrice di diritti di cittadinanza di valori e di principi alti, che trovano radice nella Costituzione Repubblicana e in una cultura di rispetto per tutte le funzioni in cui la comunità vive e in cui si esercitano le attività di controllo democratico. La Fnsi perciò ha rivolto e continua a rivolgere l’invito alla manifestazione civica del 3 ottobre innanzitutto alle forze sociali e sindacali, al mondo del lavoro che ha bisogno di puntuale e maggiore rappresentanza nei circuiti dell’informazione tanto più nei tempi critici come quelli di oggi. Le battaglie per il lavoro decente dei giornalisti come la lotta al precariato tutto hanno bisogno di un’informazione vitale, non minacciata ne intimidita che sappia e voglia responsabilmente dare voce a tutte le voci e che sappia rappresentare il vissuto del Paese anche, e soprattutto, quando questo può risultare scomodo per il manovratore di turno. Questa è attività sindacale coerente con la storia dei contratti collettivi di lavoro che la Fnsi stipula da cento anni e che si coniuga da sempre con le battaglie ieri della conquista oggi del rafforzamento della libertà, di una libertà non intermittente ne funzionale a chicchessia, ma bene permanente da tutelare e promuovere”.