“La matita rossa e blu la usi chi è in grado di farlo. Certe cattedre – come quella che si è autoattribuita la direzione del Tg1 – non sembrano davvero le più titolate a dare voti. Piuttosto che cercare errori altrui o forzati e discutibili parallelismi nel fare informazione, cerchino di giustificare e di correggere i propri errori.
E’, infatti, operazione abusiva e scorretta mandare in onda, come è accaduto oggi nella rubrica Media, un miniframmento di una vecchia intervista di un collega del Tg3, Pierluca Terzulli, a Prodi per cercare di far passare l’idea – sbagliata – che tutti si inchinano ai potenti. A Terzulli, al suo giornale e agli altri colleghi in questa settimana presi di mira da furiose azioni di discredito da parte della direzione del Tg1, la solidarietà della Federazione Nazionale della Stampa. L’appello, in questo momento, non può che essere quello di tenere l’attività giornalistica separata, più che mai, dal tifo per i propri referenti politici o editoriali. Ed è gravissimo che nel servizio pubblico, la direzione del principale telegiornale si faccia strumento di delegittimazione di un’altra testata della stessa azienda, all’insegna di un improponibile ‘mal comune mezzo gaudio’. Una cosa sono le opinioni altra cosa sono le bastonature mediatiche”.
SOLDARIETA' DALL'ASSOSTAMPA ROMANA
L’Associazione Stampa Romana manifesta la sua piena solidarietà al collega del Tg3 Pierluca Terzulli chiamato in causa, in modo del tutto improprio, oggi dal Tg1. Prona con il Presidente del Consiglio al quale l’altra sera ha fatto una intervista che qualcuno ha giustamente definito “brezneviana”, la testata diretta da Augusto Minzolini usa il manganello mediatico per coprire le proprie nefandezze. Ha infatti messo in onda nell’edizione delle 13,30 il frammento di un’intervista di Terzulli (presidente dell'Associazione Stampa Parlamentare) Romano Prodi, realizzata tre anni fa, per lasciare intendere che il Tg1 non è il solo a piegarsi davanti ai potenti. Si tratta di un killeraggio mediatico senza precedenti, inaccettabile almeno per due motivi: 1) non è mai successo che una testata della Rai ne attaccasse un’altra (peraltro appartenente alla stessa azienda) per coprire una propria vergogna; 2) nel caso specifico il frammento dell’intervista di Terzulli è stato completamente decontestualizzato, violando così, oltre che la clausola di solidarietà fra colleghi prevista dalla legge istitutiva dell’Ordine, anche i principi deontologici della correttezza espositiva. Anche questo è un segno dei tempi che sta vivendo l’informazione nel nostro Paese. L’Associazione Stampa Romana non intende più tollerare episodi di questo genere e chiede agli Ordini regionale e nazionale di vigilare e, se il caso di intervenire, a tutela della dignità professionale dei colleghi e del diritto dei cittadini a essere correttamente informati.
RAI: FNSI, TG1 NON TITOLATO A SALIRE 'IN CATTEDRA' CONTRO TG3
(ASCA) - Roma, 4 feb - ''La matita rossa e blu la usi chi e' in grado di farlo. Certe cattedre - come quella che si e' autoattribuita la direzione del Tg1 - non sembrano davvero le piu' titolate a dare voti. Piuttosto che cercare errori altrui o forzati e discutibili parallelismi nel fare informazione, cerchino di giustificare e di correggere i propri errori''. Lo si legge in una nota dell'Fnsi che sostiene che ''e', infatti, operazione abusiva e scorretta mandare in onda, come e' accaduto oggi nella rubrica Media, un miniframmento di una vecchia intervista di un collega del Tg3, Pierluca Terzulli, a Prodi per cercare di far passare l'idea - sbagliata - che tutti si inchinano ai potenti''.
La Fnsi invia la sua ''solidarieta' a Terzulli, al suo giornale e agli altri colleghi in questa settimana presi di mira da furiose azioni di discredito da parte della direzione del Tg1. L'appello in questo momento - continua - non puo' che essere quello di tenere l'attivita' giornalistica separata, piu' che mai, dal tifo per i propri referenti politici o editoriali. Ed e' gravissimo che nel servizio pubblico, la direzione del principale telegiornale si faccia strumento di delegittimazione di un'altra testata della stessa azienda, all'insegna di un improponibile 'mal comune mezzo gaudio'. Una cosa sono le opinioni - conclude il comunicato della Federazione - altra cosa sono le bastonature mediatiche''.
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