Il presidente Sandro Bennucci, i componenti del consiglio direttivo e di tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa Toscana si stringono commossi alla famiglia per la scomparsa di Lelio Lagorio, primo presidente della Regione Toscana, «ma per noi soprattutto un collega, iscritto storico al sindacato dei giornalisti e sempre orgoglioso e appartenere alla categoria», scrive l'Ast in una nota.
Lagorio, 91 anni, lascia la moglie, due figli e tanti nipoti. L'Ast, in particolare, abbraccia con affetto la figlia, la cara Silvia, giornalista responsabile della comunicazione della prefettura di Firenze.
«Lagorio - prosegue l'Assostampa Toscana - è stata una figura fulgida di politico e di giornalista, un grande esempio per tutti nei momenti in cui la politica era rispettata e rispettabile. Era nato a Trieste, ma si considerava fiorentino da sempre. Di questa città era stato anche sindaco, sia pure per pochi mesi, nel 1965, prima di diventare primo presidente della Regione Toscana, e addirittura acclamato, soprattutto dai colleghi giornalisti, come il nuovo Granduca di Toscana».
Antifascista, finita la guerra si laureò in giurisprudenza all'Università di Firenze, dove poi insegnò per nove anni diritto processuale civile come assistente di Piero Calamandrei, iniziando anche la carriera di avvocato prima di aderire al Psi e iniziare il suo lungo percorso politico.
«Ci mancheranno - conclude l'Ast - il suo sorriso e la visione della politica da uomo di altri tempi: rispettava gli avversari, dai quali, a sua volta, era rispettato e assai considerato».