L’assemblea dei redattori del quotidiano "Il Piccolo" di Trieste ha deciso di proclamare lo stato di agitazione e ha affidato al comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero. L’assemblea ha annunciato il blocco immediato di ogni iniziativa editoriale e preannunciato il ritiro delle firme dal giornale. Consapevoli della situazione di crisi, i giornalisti del Piccolo denunciano «un atteggiamento di chiusura o quantomeno di indifferenza da parte di azienda e direzione nel voler affrontare alcune richieste (non di incremento dei livelli retributivi) volte esclusivamente al mantenimento della qualità del giornale e allo sviluppo dello stesso attraverso la multimedialità».
L’assemblea ha anche respinto il piano editoriale per internet presentato dal direttore.
Il comunicato sindacale completo:
I giornalisti del Piccolo sono consapevoli del fatto che la crisi sta minando i fondamentali economici anche delle aziende editoriali sia sul piano della diffusione dei giornali e soprattutto sul fronte dei ricavi pubblicitari (in gravissima recessione). Una situazione che preoccupa i giornalisti e che richiede, per affrontare i correttivi necessari, senso di responsabilità nelle relazioni sindacali. Lo stesso senso di responsabilità con il quale la redazione ha affrontato meno di un anno fa la delicata e storica trasformazione del quotidiano in formato tabloid. Una trasformazione che, anche grazie al raggiungimento di un accordo di secondo livello attraverso una faticosa concertazione, ha ottenuto il prezioso obiettivo di azzerare sostanzialmente l'emorragia di copie registrata costantemente nell'ultimo decennio. La redazione ha anche affrontato sacrifici a causa di una riduzione concordata dell'organico di 3 colleghi nell'anno in corso che diventeranno 6 tra meno di un mese e ha fatto fronte alla contrazione di personale (correttori di bozze, archivio ecc.) sopportato con altrettanto spirito di responsabilità dai poligrafici e ai disagi derivanti da un nuovo sistema editoriale poco affidabile e del quale il Piccolo è stato la cavia del gruppo. Nonostante queste premesse la redazione denuncia un atteggiamento di chiusura o quantomeno di indifferenza da parte di azienda e direzione nel voler affrontare alcune richieste (non di incremento dei livelli retributivi) volte esclusivamente al mantenimento della qualità del giornale e allo sviluppo dello stesso attraverso la multimedialità.
L'assemblea dei redattori del Piccolo respinge il “programma editoriale per la rete internet” presentato il 28 novembre scorso dal direttore al comitato di redazione. Il programma non dà nessun sostanziale impulso a quella che è riconosciuta da tutti (vertici del gruppo Espresso-Finegil compresi) come una risorsa da sviluppare specie per catturare un target più giovane e raccogliere nuove risorse pubblicitarie (unico mercato in crescita), né fornisce prospettive occupazionali che, ad avviso della redazione, sono necessarie per far decollare l'informazione on-line. Il piano del direttore pur annunciando di voler intercettare nuovi lettori, non fornisce alcuno strumento per raggiungere questo obiettivo.
Senza un investimento sulle risorse umane, funzionali anche al mantenimento qualitativo del giornale cartaceo, è prevedibile un progressivo impoverimento dei contenuti editoriali e soprattutto sono precluse le prospettive di stabilizzazione dei colleghi da anni impiegati nella realizzazione del giornale con contratti a termine e collaborazioni. In particolare due giovani colleghe, giunte ormai alle soglie dei 36 mesi di contratti (in sette anni di lavoro), tra qualche mese, oltre a non essere stabilizzate, non potranno più usufruire nemmeno di brevi contratti a tempo determinato. Il diritto al lavoro stabilizzato, nel rispetto dell'equilibrio economico dell'azienda cui la redazione è disponibile a contribuire anche ricorrendo a meccanismi solidaristici, non è un valore a disposizione dell'impresa. Perché quel diritto è conquistato con il lavoro (riconosciuto da diverse direzioni del giornale), è sancito dalla Costituzione e viene difeso dalle rappresentanze sindacali.
Pertanto, di fronte a un atteggiamento di indifferenza da parte dell'azienda su questioni così delicate, l'assemblea dei redattori del Piccolo non intende restare passiva e, al fine di aprire un serio tavolo di confronto, proclama lo stato di agitazione con conseguente rigoroso rispetto del Ccnl in particolare delle norme contenute all'articolo (arco di impegno giornaliero e lavoro straordinario), annuncia il blocco immediato di ogni iniziativa editoriale speciale e preannuncia il ritiro delle firme dal giornale. L'assemblea assegna al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero.