La tv di Stato co-produce e distribuisce il film 'Suburra', ma l'unico tg chiaramente riconoscibile nella pellicola, e trasmesso costantemente, è quello di una tv privata concorrente. “Quale è, se esiste, la ratio di una scelta del genere?”, si chiede l’Esecutivo dell’Usigrai.
“Autolesionismo o sciatteria. In ogni caso è una scelta
totalmente assurda e inaccettabile”. Così l’Esecutivo dell’Usigrai interviene
su un particolare aspetto del film Suburra, pellicola in questi giorni nelle
sale di tutta Italia.
“La Rai – scrive in una nota il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico
– coproduce e distribuisce Suburra, e nel film l'unico tg chiaramente
riconoscibile, e trasmesso costantemente, è quello di una tv privata
concorrente. Quale è, se esiste, la ratio di una scelta del genere?”
“Suburra è considerato un gioiello dalla Rai, per di più oggetto del primo
accordo con Netflix, e il Servizio pubblico accetta che il film si trasformi in
un grande spot per un soggetto privato concorrente. Ma dove è – si chiede
ancora l’Usigrai - l'orgoglio della Rai Servizio pubblico?”
“La Rai ha raccontato tutti i momenti storici della storia del nostro Paese e
del mondo, perché – conclude la nota – ora decide di abdicare a questo ruolo
anche nel cinema?”