Il Ministero del Lavoro, di concerto con quello dell’Economia e Finanze, ha approvato la possibilità di cumulare i redditi da pensione con quelli derivanti da lavoro autonomo e dipendente fino ad un tetto annuo di 20 mila euro.
La decisione di elevareil tetto di cumulo dai precedenti 8 mila e 900 euro a 20 mila euro annui era stata assunta dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi, il 13 novembre 2008, con il solo voto contrario degli esponenti della Fieg. La delibera tende ad armonizzare, così come previsto dalla legge di privatizzazione dell’Istituto, la normativa Inpgi alla legislazione generale che prevede la totale abolizione del cumulo dal 1° gennaio 2009. Le nuove norme, che consentono il raddoppio della precedente soglia di cumulo e che entrano in vigore con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2009, permetteranno ai giornalisti in pensione con meno di 65 anni di cumulare fino a circa 900 euro netti al mese senza nessuna decurtazione sulla pensione. Il cumulo era e resta totale per le donne che abbiano compiuto i 60 anni, per gli uomini che abbiano superato i 65 anni e per chi va in pensione di anzianità con almeno 40 anni di contributi. “Il nuovo livello di cumulo – afferma il Presidente Andrea Camporese – sostanzialmente cancella le decurtazioni di pensione in essere alla quasi totalità dei colleghi pensionati che oggi esercitano la libera professione. Questo dato evidenzia lo sforzo che l’Istituto ha voluto mettere in campo in presenza di una erosione inflativa di salari e pensioni che grava pesantemente sui bilanci delle famiglie”. Tra le conclusioni, con l’occasione, il Ministero del Lavoro invita l’Istituto a redigere un nuovo bilancio tecnico attuariale e “a causa degli squilibri di medio periodo, ritiene necessario che l’Ente adotti le idonee determinazioni per garantire la stabilità della gestione, tenendo conto anche del nuovo contratto di lavoro dei giornalisti”. L’incarico di redigere un nuovo bilancio tecnico attuariale è già stato affidato all’attuario, professor Micocci. "Le difficoltà di medio periodo, a partire dagli anni '20fino ad arrivare alla fine degli anni '30, sono note da tempo- afferma il Presidente Camporese – va sottolineata la riforma, nel segno della responsabilità di categoria, portata a termine dalla gestione precedente che mette sostanzialmente in equilibrio il sistema previdenziale a partire dall'inizio degli anni '40 attraverso una sostanziale riduzione delle prestazioni nei confronti delle generazioni future. I Ministeri vigilanti ci chiedono, in forza di legge sulla privatizzazione dell'Istituto, di sostenere una gobba di spesa che sostanzialmente copre un ventennio. E' nostro dovere rispondere a questa esigenza ricercando prioritariamente un accordo con le Parti sociali Fnsi e Fieg".