Il Consiglio di amministrazione dell'Inpgi ha deciso oggi, martedì 19 aprile 2016, di costituirsi parte civile - in occasione della prima udienza dibattimentale, che si terrà il prossimo 21 aprile, davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano - nel procedimento relativo alla vicenda Sopaf. Lo annuncia in una nota l'istituto di via Nizza.
«Il Cda - si legge nel comunicato -, dopo il confronto con i propri avvocati, ha optato per una scelta processuale di natura meramente prudenziale che tutela l'ente, nel caso in cui dovessero essere accertate responsabilità penali, dalle quali emergesse un eventuale danno patito dall'istituto in occasione dell'acquisto, nel 2009, delle 225 quote del Fondo Fip dalla Sopaf ad un prezzo di 30 milioni di euro che ha generato una percentuale di rendimento ad oggi del 59,05%, con un utile complessivo pari a 15,6 milioni di euro. L'ente, nella vicenda dell'asserita truffa ai danni dell'istituto, infatti, pur non ravvisando elementi univoci in base ai quali ricondurre in capo ai soggetti coinvolti quei profili di eventuale responsabilità che sarà il procedimento ad accertare, ritiene che la costituzione di parte civile rappresenti, in ogni caso, la posizione processuale di massima garanzia per la tutela degli interessi dell'istituto».
Anche dopo gli ultimi approfondimenti con gli avvocati «restiamo convinti – ha commentato la presidente Marina Macelloni - della assoluta correttezza delle procedure seguite dell'Istituto nell'acquisto delle quote del Fondo Fip. Tuttavia riteniamo che la nostra responsabilità di amministratori sia quella di fare tutto il necessario per garantire all'ente la massima tutela. Allo stesso modo intendiamo salvaguardare l'Inpgi in tutte le sedi da attacchi che risultino diffamatori e calunniosi e diamo sin d'ora mandato ai nostri legali di procedere di conseguenza».
Stampa Romana: Bene Inpgi su costituzione parte civile in processo Sopaf
La delibera del Consiglio di amministrazione, guidato dalla presidente Macelloni, di far costituire Inpgi parte civile nel processo Sopaf, che vede coinvolto l'ex presidente Camporese, è una decisione saggia e di buon senso. In questo modo si tutelano gli interessi dell'istituto, degli iscritti e degli stessi amministratori se dovessero emergere responsabilità penali in ordine al reato contestato di truffa.
Un segnale atteso dai colleghi e chiesto dalla segreteria di Stampa Romana.
Un buon viatico per le decisioni sui compensi degli amministratori, appannaggio del prossimo Consiglio generale.
Le scelte sul futuro dell'Istituto richiedono continuità nel rigore, nel coraggio e nella determinazione da mettere in campo.