''Giornalisti, abbiate coraggio''. È così che papa Wojtyla voleva gli operatori dell'informazione, liberi, al servizio della verità. Lo disse chiaro e forte nel 2003, nel suo intervento per la 37/ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Un appello che non ha perso per nulla in modernità. Proprio allo speciale rapporto tra Giovanni Paolo II e il mondo della comunicazione è dedicato un volume, realizzato in occasione della beatificazione grazie alla Provincia di Roma, alla Fnsi e all'Associazione stampa romana, e presentato oggi a Palazzo Valentini.
Per l'occasione, in apertura, Orso Maria Guerrini ha letto uno stralcio di quell'intervento del 2003, che appare quanto mai attuale: ''I media servono la libertà, servendo la verità: essi ostacolano la libertà quando si allontanano da quello che è vero''.
Il libro, corredato da un interessante apparato fotografico, raccoglie i messaggi che negli anni il papa polacco ha rivolto al mondo dell'informazione, toccando i temi più scottanti via via proposti dall'attualità: l'educazione, la giustizia, l'infanzia, le donne, il progresso, la famiglia, la pace. Sempre con una grande tensione e attenzione verso i diversi mezzi di comunicazione, dalla tv al cinema fino a internet.
''Lui è stato il primo papa a capire che le nuove tecnologie non sono più solo strumenti, ma danno origine a una nuova cultura, cambiano il modo di vivere'', ha fatto notare oggi il ''ministro'' delle Comunicazioni vaticane, mons. Claudio Maria Celli. ''Stava sorgendo una cultura digitale, e lui lo capì ''.
E ''riuscire a dialogare con la cultura digitale è, per la Chiesa, una sfida anche oggi''.
Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, si trovava a Bilbao per il congresso internazionale della stampa quando arrivò la notizia della morte di Wojtyla: ''Perfino i giornalisti musulmani vennero a farci le condoglianze'', ha ricordato, sottolineando come i suoi appelli alla stampa, riletti organicamente, appaiano quasi come una sua quindicesima enciclica, ''l'enciclica sui media''. Giovanni Paolo II, ha aggiunto Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa, invitò la stampa e i media a ''rinunciare alla logica del massimo indice di ascolto in un momento in cui ancora non esistevano l'auditel e lo share, perché aveva capito la direzione in cui si stava andando''.
Il volume, che dell'invito ''Giornalisti, abbiate coraggio'' ha fatto il titolo, ospita una serie di prefazioni, firmate da mons. Celli, Natale, Siddi, dal segretario dell'Associazione Stampa Romana Paolo Butturini, da giornalisti Alessandro Guarasci, Ignazio Ingrao e Piero Schiavazzi, e dal presidente della Provincia, Nicola Zingaretti. ''Il primo maggio – ha garantito quest'ultimo - andrà tutto bene, tutti sono pronti a collaborare e a dare il massimo. Roma è abituata a eventi di questo tipo. Al Giubileo del 2000 vennero milioni di pellegrini e i romani seppero accoglierli nel migliore dei modi''. (ANSA)