«Ci hanno strozzato. E non è nemmeno una metafora: è pura realtà». Con queste parole, intervistato dal Corriere della Sera, Antonio Polito spiega perchè si appresta a lasciare la guida del Riformista, giornale che ha fondato
«All'improvviso, due anni fa -spiega Polito- il Dipartimento per l'editoria di palazzo Chigi ci sospende l'erogazione dei finanziamenti pubblici cui hanno diritto anche altri giornali come Il Foglio, L'Unità, Il manifesto e via dicendo. E in più viene pure attivata un'indagine dell'Agcom: ci viene contestato che gli Angelucci, attuali proprietari della testata, posseggono anche un'altra testata, Libero.
E i finanziamenti per due giornali non si possono prendere. Noi cerchiamo di spiegare che la società editrice è una cooperativa che incassa il contributo intestato a Le Nuove Ragioni del Socialismo, di cui Macaluso è direttore, e per editare paga un affitto, un canone agli Angelucci». La sentenza di Agcom è prevista per febbraio, «ma intanto i debiti sono aumentati, e quando hai debiti, c'è poco da fare: il rischio di essere condizionati è sempre in agguato».
Quanto al rapporto con Massimo D'Alema, Polito dice: «con lui abbiamo avuto anche degli scontri. Certo, era all'area riformista che ci rivolgevamo, e D'Alema, otto anni fa, era un interlocutore serissimo. Purtroppo non ebbe il coraggio di rompere con Cofferati». E la Cgil? «Com'era già chiaro all'epoca -risponde Polito- il problema della sinistra italiana è la Cgil, il sindacato. Ieri c'era Cofferati, oggi c'è la Fiom di Landini».
E se al Riformista è mancato editorialmente il 'pascolo', «è colpa -sottolinea Polito- anche di Berlusconi: avrebbe dovuto, sia pure a modo suo, fare delle riforme. Costringendo poi la sinistra ad andargli dietro. Purtroppo, lui è rimasto dov'era, e la sinistra è tornata ad essere vecchia e radicale». Perchè Polito lascia il giornale che ha fondato? «È molto semplice: me lo hanno chiesto. Non è un segreto che vi sia una trattativa in fase avanzata per acquistare il giornale. E se il sottoscritto, che un poco ingombrante è essendo non solo il direttore della testata ma anche uno dei suoi fondatori, si toglie di mezzo, come dire... la trattativa, forse, ne trae vantaggio in termini di rapidità». (Adnkronos)