C’è anche il nome del corrispondente dell’Osservatorio Balcani Caucaso da Yerevan, Simone Zoppellaro, nella lista di “persone non gradite” che l’ambasciata azera in Italia ha da poco pubblicato. Con lui scrittori, artisti e nomi di spicco della cultura e del giornalismo italiano, da Antonia Arslan a Milena Gabanelli. “Questo clima di intimidazione è inaccettabile”, tuona l’Osservatorio Balcani Caucaso, che annuncia di aver segnalato il caso a Consiglio d’Europa e Osce.
L'ambasciata azera in Italia ha da poco pubblicato un elenco
di cittadini italiani cui è vietato l'ingresso nel territorio della Repubblica
dell'Azerbaijan. Nella lista ci sono scrittori, artisti e nomi di spicco della
cultura e del giornalismo italiano, da Antonia Arslan a Milena Gabanelli,
compreso il corrispondente di Osservatorio Balcani e Caucaso da Yerevan, Simone
Zoppellaro, reo di essersi recato in Nagorno Karabakh per svolgere il suo
lavoro di reporter con il collega de La Stampa Roberto Travan.
“La lista – scrive sul
suo sito l’Osservatorio Balcani e Caucaso – rappresenta un attacco diretto
alla libertà di stampa, restringendo la possibilità di movimento degli
intellettuali e dei giornalisti coinvolti, e in quanto tale è stata
immediatamente segnalata al Commissario per i Diritti Umani del Consiglio
d'Europa, Nils Muižnieks, e alla Rappresentante OSCE per la Libertà dei Media,
Dunja Mijatović”.
Immediata la solidarietà della Federazione nazionale della stampa italiana che,
con il presidente Giuseppe Giulietti, commenta: “Ancora una volta
l’Osservatorio Balcani Caucaso denuncia gravissime violazioni ai danni della
libertà di informazione nelle aree di suo interesse. Questa volta la denuncia
riguarda l’Azerbaijan, Paese che già in altre occasioni ha dimostrato di avere
scarsa dimestichezza con i diritti civili. Non ci sono ragioni alcune che
possano giustificare l’esistenza di black list di cronisti: non solo siamo
solidali con i colleghi italiani inseriti in quell’elenco, ma sarà nostra cura
chiedere al governo italiano di condannare in modo netto e di presentare
formale protesta nei confronti delle autorità di quel Paese”.
Secondo le autorità azere, le persone incluse nella lista avrebbero violato le
leggi dell'Azerbaijan essendosi recate illegalmente nella regione contesa del
Nagorno Karabakh, la repubblica de facto che secondo il diritto internazionale
fa parte del territorio azero.
“Tuttavia – rileva l’Osservatorio – non è possibile recarsi in Nagorno Karabakh
se non attraverso l'Armenia, dunque quello che viene colpito dalle autorità
azere è il diritto/dovere dei giornalisti di informare dalla e sulla regione.
Alcuni dei nominativi delle persone messe all'indice, inoltre, sono più noti
per aver denunciato violazioni dei diritti umani in Azerbaijan, o per aver
mostrato sostegno alla causa del riconoscimento del genocidio armeno, che per essersi
recati in Nagorno Karabakh, tanto da far apparire pretestuose le stesse
motivazioni addotte per compilare la lista di proscrizione”.
Inoltra, dopo essere stato inserito nella lista nera dell'Ambasciata azera, il
corrispondente dell’Obc è stato fatto oggetto di tre articoli della stampa
azera, tra dicembre e gennaio, che lo descrivono come “pseudo giornalista” e
chiedono di bandirlo a vita dal Paese.
“Questo clima di intimidazione è inaccettabile – chiosa l’Osservatorio Balcani
Caucaso -. Gli attacchi diretti contro i giornalisti azeri, italiani o di altri
paesi, devono cessare. La lista pubblicata dall'ambasciata azera non fa che
riportare alla luce l'allarmante situazione della libertà di espressione in
Azerbaijan che, secondo RSF, è la più grande prigione in Europa per gli
operatori dell'informazione per numero di giornalisti e blogger imprigionati”.
Foto: Luca Nisalli