“Ventuno lettere di licenziamento sono arrivate sulle scrivanie dei giornalisti dell’ufficio stampa della Regione Siciliana. Mittente il Presidente Rosario Crocetta. Nessuna innovazione si qualifica come tale se prescinde dai diritti morali e materiali dei lavoratori e se, prima di ogni valutazione sul tavolo delle regole, si stabilisce che la svolta si qualifica, intanto, con il taglio di posti di lavoro per ragione politica.
Il licenziamento, infatti, dei giornalisti, stabili o precari dell'ufficio stampa della Regione Siciliana deciso dal neo presidente Crocetta, non può aver alcun carattere di discontinuità antimafia; è un atto politico unilaterale di carattere propagandistico, lesivo delle regole, dei principi di giustizia sociale e estraneo alla proposizione di un quadro innovativo di azione per l'informazione primaria istituzionale che è e deve essere cosa diversa dal quella politica affidata ai portavoce. Oggi si sta consumando, infatti, un delitto occupazionale perfetto: ventuno licenziamenti in tronco, senza alcun confronto sindacale, con l'aggravante della ricerca ossessiva di un risultato politico spendibile solo sul terreno della propaganda e della semplificazione informativa. Cambiare si può e si deve ma, quando si fanno i conti con una seria visione di futuro e con il lavoro e le garanzie delle famiglie, si deve partire dai progetti, dalle funzioni e dai servizi, ricercando la migliore e la più efficace utilizzazione delle risorse professionali. Il Sindacato dei giornalisti aveva offerto, perciò, una leale disponibilità al confronto in un tavolo delle regole, oggi ineludibile più di ieri. Il neo presidente Crocetta si è sottratto a questo passaggio che appartiene alla civiltà delle relazioni in materia di lavoro e con le ventuno lettere di licenziamento dei giornalisti dell'Ufficio stampa della Presidenza fa scempio delle regole, delle leggi, del contratto di lavoro e della funzione delle parti sociali. Non si fa così. Così si può ottenere qualche titolo di giornale, finire nel circuito mediatico da protagonisti per qualche tempo e niente di più. L'ex sindaco di Gela, respingendo con sdegno qualsiasi ipotesi di incontro, sfuggendo a un confronto serio e istituzionale, previsto dalle leggi e dal contratto di lavoro e che avrebbe permesso di gestire con buon senso la questione e di trovare una soluzione condivisa al problema, si rende adesso responsabile di una pagina politica e amministrativa non nobile e assai poco democratica. Ciò nonostante, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l'Associazione Siciliana della Stampa lo richiamano ancora a un doveroso confronto. In caso contrario ci saranno le sedi opportune in cui qualcuno renderà chiaro, anche al presidente Rosario Crocetta, che le leggi e i contratti vanno rispettati sempre e da tutti, soprattutto da chi ha il dovere di rappresentare degnamente le Istituzioni. La politica dell'apparire e delle dichiarazioni ad effetto, tanto cara a Crocetta, non possono valere la perdita di ventuno posti di lavoro, anche se annunciati in televisione o sui giornali”.
''Ieri, nel corso della riunione di giunta, abbiamo deliberato formalmente la revoca dei 21 giornalisti dell'ufficio stampa della Presidenza della Regione: non è detto che qualcuno di questi non possa fare parte del nuovo ufficio stampa che sarà ridotto e che avrà un solo capo redattore''.L'ha detto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti a margine della seduta inaugurale della XVI legislatura all'Assemblea siciliana. (PALERMO, 5 DICEMBRE - ANSA)
SICILIA: CDR UFFICIO STAMPA REGIONE, DA CROCETTA COMPORTAMENTO ANTISINDACALE
"Ancora una volta il presidente della Regione sfugge al dialogo e alla corretta prassi sindacale, annunciando il licenziamento dei 21 giornalisti dell'ufficio stampa direttamente ai giornali, ieri, e alle agenzie di stampa, oggi, invece che ai diretti interessati. Crocetta è rimasto sordo alle ripetute richieste di incontro avanzate da questo Comitato di redazione e dalla Federazione nazionale della stampa ponendo in essere, reiteratamente, un comportamento antisindacale e denigrando la professionalità dei giornalisti e la dignita' di 21 persone e delle loro famiglie". Lo scrive in una nota il Cdr dell’ufficio stampa della Regione. "Apprendiamo, al momento solo dalle agenzie di stampa, visto che non abbiamo ancora avuto notificato alcun provvedimento e per questo l'ufficio continua a lavorare, seppur in stato di agitazione, che "alcuni dei giornalisti licenziati potranno essere riassunti, ma non certo con la carica di caporedattore" - scrivono - Avremmo voluto spiegare al presidente Crocetta, se solo ci avesse dato la possibilità di esercitare questo diritto sancito dalle leggi e dalla coscienza, che la qualifica l'ha stabilita il parlamento siciliano e che non possono essere i giornalisti a modificarla, né tanto meno a essere, per questo, additati, dal presidente in primis, al pubblico ludibrio come l'emblema degli sprechi della Regione. Questo Cdr aveva, comunque, manifestato la propria volontà di individuare percorsi comuni che portassero a una riduzione dei costi dell'ufficio e a una riorganizzazione complessiva del lavoro, senza ottenere formali risposte".
E ancora: "I componenti dell'ufficio stampa, assunti con "vincolo di dipendenza, carattere di continuità, in esclusiva e con il trattamento normativo ed economico previsto dal CCNL Giornalisti", faranno certamente valere, in sede civile, penale e contabile, i propri diritti inalienabili a difesa della professionalità e dignità personale". (PALERMO, 5 DICEMBRE - ADNKRONOS)