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Contratti 18 Apr 2007

De Benedetti: “Editori coesi, il contratto non sarà a breve. Sono amareggiato per lo sciopero di Repubblica” Replica Serventi: “Anche i giornalisti sono uniti, questo scontro non ha senso e danneggia il sistema della comunicazion

La posizione degli editori sul rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti ''è coesa'' e difficilmente si arriverà ad un rinnovo ''in tempi brevi''. Lo ha dichiarato, nel corso dell'assemblea del Gruppo L'Espresso, il presidente Carlo De Benedetti, spiegando che ''di fronte a cambiamenti strutturali ed epocali, bisogna introdurre elementi che mettano le aziende in condizioni di reagire prontamente alle mutazioni del mercato.

La posizione degli editori sul rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti ''è coesa'' e difficilmente si arriverà ad un rinnovo ''in tempi brevi''. Lo ha dichiarato, nel corso dell'assemblea del Gruppo L'Espresso, il presidente Carlo De Benedetti, spiegando che ''di fronte a cambiamenti strutturali ed epocali, bisogna introdurre elementi che mettano le aziende in condizioni di reagire prontamente alle mutazioni del mercato.

Pensiamo - prosegue - che si debba ridurre la progressività automatica degli aumenti dello stipendio, una cosa che non hanno nemmeno i magistrati''. Secondo De Benedetti, la presa di coscienza del cambiamento del settore da parte dei giornalisti ''è mancata, ed è per questo che non si è dato luogo al contratto. E non credo che questo avvenga in tempi brevi''. Il presidente del gruppo che controlla Repubblica ribadisce che ''la posizione degli editori è coesa. Ciò non vuol dire che non vogliamo fare il contratto, ma che vogliamo farlo tenendo conto dei mutamenti strutturali, e non congiunturali, del settore''. I sette giorni di sciopero proclamati da Repubblica rappresentano ''un fatto senza precedenti'' ed una ''situazione che evidentemente ci amareggia, ma è altrettanto evidente che non possiamo accedere alle richieste di trattare il terzo livello di contrattazione''. Lo ha detto, nel corso dell'assemblea del gruppo editoriale L'Espresso, il presidente Carlo De Benedetti, sottolineando che ''nessuna azienda italiana ha tre livelli di contrattazione e noi non siamo disponibili a introdurlo''. Secondo De Benedetti, questa posizione ''è stata presa dal Cdr e dall'assemblea come un elemento di chiusura, che invece non è''. Il presidente è tornato anche sulla mancata adesione alla colletta a favore delle famiglie dell'autista e dell'interprete afghani del giornalista rapito Daniele Mastrogiacomo. ''Il no all'adesione alla colletta è dovuto ad un atto di prudenza avuta dall'azienda verso i propri collaboratori. Noi esponiamo maggiormente i nostri giornalisti agli atti di chi ha cattive intenzioni quando diamo il segnale che l'azienda paga'', ha spiegato. In merito ai rapporti tesi all'interno del quotidiano, De Benedetti ha aggiunto che ''è nostro desiderio ricreare un clima ed un rapporto che sono conflittuali nella loro natura ma non nel loro svolgimento. I nostri collaboratori devono sapere che è ferma intenzione dell'azionista e del management ristabilire rapporti che hanno caratterizzato l'azienda sin dalla sua fondazione''. (ANSA) Il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato “Se gli editori sono coesi, come dice Carlo De Benedetti, i giornalisti sono molto uniti nella difesa dell’autonomia e della dignità della professione. Si tratta quindi di uno scontro che non ha senso e che può danneggiare l’intero sistema della comunicazione. L’editore del Gruppo Espresso getta la maschera e si assume il ruolo di leader dei falchi della Fieg, chiude le porte ad un rinnovo contrattuale in tempi brevi e ne scarica la responsabilità sui giornalisti. Noi continuiamo a dichiarare la nostra disponibilità a discutere dei cambiamenti strutturali ed epocali del mondo dell’informazione e delle conseguenze che questi hanno sul nostro mestiere. Ma rifiutiamo ogni resa senza condizioni, come vorrebbe De Benedetti per gli scioperi a Repubblica, ed ogni tentativo di delegittimare il sindacato sia a livello nazionale sia aziendale. L’amarezza di Carlo De Benedetti è nulla rispetto al profondo disagio e alla rabbia dei giornalisti e delle redazioni delle testate del suo Gruppo e di tutta la categoria. Vogliamo sperare che altri editori abbiano un atteggiamento diverso e, soprattutto, che le parole del Presidente del Consiglio, pronunciate oggi a Seoul, abbiano un seguito fatto di comportamenti concreti e coerenti rispetto agli obiettivi dichiarati dalla maggioranza di tutelare il diritto alla contrattazione e corrette relazioni sindacali”.

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