Le redazioni di La 7 sono in astensione audio-video dalle 18 di oggi giovedì 8 ottobre,
alle 7 di sabato 10 ottobre. "Mentre i giornalisti della tv di Telecom italia sono
costretti alla riduzione di orario e stipendio prevista dal contratto di solidarietà sottoscritto al Ministero del Lavoro per evitare il licenziamento illegittimo e immotivato di 25
colleghi - si legge in una nota del Comitato di Redazione - Telecom Italia Media, la società editrice, continua ad acquistare quotidianamente servizi e prodotti giornalistici
all'esterno".
"Con i soldi risparmiati tagliando lo stipendio ai suoi giornalisti, e grazie ai fondi pubblici degli ammortizzatori sociali e dell'ente previdenziale - prosegue la rappresentanza
sindacale - La7 acquista sul mercato i servizi per il telegiornale e i programmi di approfondimento. Ieri l'ultimo clamoroso episodi il settimanale Exit prodotto da magnolia e dedicato alla sentenza sul lodo Alfano e alla frana di Messina, è andato in onda in diretta senza alcun apporto dei giornalisti di La7 e utilizzando addirittura le immagini della testata giornalistica, che al contrario non ha programmato alcuno speciale". "I giornalisti de La 7 - conclude la nota - chiedono all'azienda di sospendere immediatamente tali
comportamenti e di chiarire - alla luce delle insistenti voci di vendita di Telecom Italia media - quale sia il destino dell'emittente, che ha garantito in questi anni il pluralismo
dell'informazione televisiva e la libertà di espressione prevista dall'articolo 21 della Costituzione". (ANSA)
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“La Fnsi è al fianco delle colleghe e dei colleghi de La7, costretti ancora una volta alla protesta contro un’azienda che continua ad espropriare la redazione delle sue prerogative professionali. E’ inaccettabile che, dopo aver proceduto al taglio degli orari di lavoro e delle retribuzioni, Telecom Italia Media abbia incrementato il ricorso all’acquisto di prodotti giornalistici e alle collaborazioni esterne. Il contratto di solidarietà (che incide pesantemente sulle buste-paga dei redattori) in queste condizioni non ha la minima giustificazione. Il sindacato dei giornalisti chiede all’azienda di rispettare il contratto nazionale di lavoro e le leggi e di fare finalmente chiarezza sulle insistenti voci di una prossima vendita. La vicenda de La7 rimane una questione-chiave per capire se il già debole pluralismo del sistema televisivo italiano debba essere ulteriormente ridimensionato”.