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Contratti 06 Apr 2007

Fnsi: Lettera a Prodi Il profondo disagio dei giornalisti Le responsabilità della Fieg Le iniziative del Governo sono senza risultati

Il Segretario Generale della Federazione della Stampa, Paolo Serventi Longhi, e il Presidente, Franco Siddi, hanno inviato la seguente lettera al Presidente del Consiglio Romano Prodi: “Le rappresentiamo, a nome della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa e delle Associazioni Regionali di Stampa che rappresentano in maniera unitaria i giornalisti italiani, il gravissimo stato di disagio della nostra categoria, privata da oltre due anni del proprio principale contratto di lavoro con gli editori della Fieg e preoccupata per il futuro dell’Istituto di Previdenza Inpgi.

Il Segretario Generale della Federazione della Stampa, Paolo Serventi Longhi, e il Presidente, Franco Siddi, hanno inviato la seguente lettera al Presidente del Consiglio Romano Prodi:
“Le rappresentiamo, a nome della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa e delle Associazioni Regionali di Stampa che rappresentano in maniera unitaria i giornalisti italiani, il gravissimo stato di disagio della nostra categoria, privata da oltre due anni del proprio principale contratto di lavoro con gli editori della Fieg e preoccupata per il futuro dell’Istituto di Previdenza Inpgi.

Ormai da oltre due anni gli editori della Fieg respingono la reiterata richiesta dei giornalisti di aprire un negoziato senza pregiudiziali che consenta di ricercare le più eque soluzioni all’esigenza di adeguare il lavoro giornalistico al cambiamento ed alle sfide della convergenza multimediatica. Come Ella sa, da quasi 100 anni il contratto giornalistico regola i rapporti di lavoro di una categoria che svolge un ruolo delicato e fondamentale per la stessa democrazia. Per questo ne definisce gli elementi normativi a garanzia dell’autonomia e del ruolo della professione e dei suoi organismi di rappresentanza, e fissa gli aspetti economici di riconoscimento dello stesso lavoro giornalistico. In cento anni di storia il contratto Fieg-Fnsi è stato sempre rinnovato, anche nei momenti di particolari difficoltà. L’assenza di una trattativa, anche dura, tra posizioni che sono oggi oggettivamente ancora distanti, impedisce alle parti una seria analisi della situazione dell’editoria e dell’informazione in generale, ignorando i cambiamenti che vedono oggi una grande espansione del giornalismo nei diversi media e, in particolare, l’aumento esponenziale delle posizioni di lavoro precarie, prive di tutele e di garanzie e di retribuzioni dignitose. Abbiamo più volte definito incomprensibile l’atteggiamento della Fieg, che ha respinto il pressante e reiterato invito del Governo, ed in particolare del Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ad aprire tavoli tecnici con la mediazione governativa. Non solo, la Fieg ha allargato il fronte dell’offensiva contro i giornalisti bloccando una riforma previdenziale che è reclamata a gran voce dalla nostra categoria per difendere l’autonomia dell’Istituto e l’equilibrio dei conti. Gli editori hanno infine mosso un attacco pesante all’organo di autogoverno deontologico dei giornalisti, l’Ordine, la cui radicale riforma, rivendicata da anni dall’insieme della categoria, non è tra le priorità dell’attuale Parlamento. Noi abbiamo apprezzato gli sforzi compiuti dal Governo da Lei presieduto, dal Ministro del Lavoro, dal Ministro della Comunicazione, Paolo Gentiloni e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’Editoria, Ricardo Franco Levi. Purtroppo però, l’atteggiamento ostile degli editori non ha consentito finora alcun esito positivo alle iniziative di convocazione di tavoli sul contratto, sulla previdenza, sul mercato del lavoro giornalistico, sul precariato e il lavoro autonomo. Attendiamo la fase conclusiva del lavoro del Sottosegretario Levi per una indispensabile riforma dell’editoria. La Fnsi ha partecipato convinta al lavoro di elaborazione e di analisi degli esponenti del Governo, ma deve constatare che molte di queste iniziative non hanno finora avuto seguito. In particolare attendiamo ancora dal Ministero del Lavoro che vigila sugli Istituti previdenziali, un provvedimento che consenta il varo della riforma dell’Inpgi ormai non più differibile. Ancora, da ben sette anni la Fnsi rivendica il contratto dei giornalisti degli uffici stampa pubblici, espressamente previsto dalla legge 150/2000. I giornalisti italiani attendono inoltre il completamento della indispensabile riforma del sistema della comunicazione e dei criteri di nomina degli organi amministrativi del servizio pubblico della Rai e guardano con preoccupazione ad iniziative legislative, come il disegno di legge sulle intercettazioni, che sembra assumere in Parlamento i connotati di un provvedimento limitativo del diritto di cronaca e della libertà di informazione. Per tutte queste ragioni, Signor Presidente del Consiglio, Le chiediamo un autorevole intervento che consenta di superare l’attuale profondo disagio dei giornalisti e di evitare nuove, pesanti azioni di sciopero della nostra categoria che determinerebbero il blocco dell’informazione in una fase delicata e importante della vita politica, economica e sociale del Paese. Nell’esprimere la nostra disponibilità ad illustrarLe personalmente, più in dettaglio in un incontro urgente, le nostre gravi preoccupazioni La salutiamo cordialmente”.

@fnsisocial

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