I giornalisti tolgono la firma in segno di protesta? Per noi la condizione normale. Per questo e per tutelare i loro diritti in generale i fotoreporter si organizzano in un'associazione che sta nascendo a Roma.
''In questi giorni i colleghi giornalisti, in segno di protesta nell'ambito della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro - spiegano in una nota - stanno ritirando la propria firma da articoli e Tg. Lo fanno 'in sostegno di quei colleghi spesso anonimi e sottopagati , precari e privi di tutela sindacale, di futuro professionale e di pensione'. Ebbene, questa è la situazione in cui vivono normalmente i fotoreporter Italiani. La stampa italiana, soprattutto quotidiana (ma non solo), ignorando le norme della legge sull'editoria, si ostina a non firmare le foto che pubblica, salvo rari casi, rendendo così anonimi tutti noi fotoreporter, in grandissima parte precari e sottopagati, privi di tutela sindacale, di futuro professionale ecc. ecc. Nulla da eccepire sulle giuste rivendicazioni sindacali dei giornalisti italiani, ma è paradossale - aggiungono - che quella che i giornalisti considerano una protesta sia per noi fotoreporter (molti dei quali iscritti allo stesso Ordine dei Giornalisti) una condizione di vita normale, di cui peraltro non si riesce a capire le motivazioni, nè ad avere spiegazioni al riguardo. Anche a questo scopo, e più in generale per tutelare i diritti di una categoria di giornalisti troppo spesso considerati 'figli di un dio minore', sta nascendo proprio in questi giorni a Roma l'Associazione dei fotoreporter professionisti, nella speranza che insieme si riesca ad ottenere il riconoscimento di quei diritti che adesso ci vengono negati''. (ANSA) Il fotoreporter ignoto In questi giorni i colleghi giornalisti, in segno di protesta nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro, stanno ritirando la propria firma da articoli e Tg. Lo fanno “in sostegno di quei colleghi spesso anonimi e sottopagati , precari e privi di tutela sindacale, di futuro professionale e di pensione”. Ebbene, questa è la situazione in cui vivono normalmente i fotoreporter Italiani. La stampa italiana, soprattutto quotidiana (ma non solo), ignorando le norme della legge sull’editoria, si ostina a non firmare le foto che pubblica, salvo rari casi, rendendo così anonimi tutti noi fotoreporter, in grandissima parte precari e sottopagati, privi di tutela sindacale, di futuro professionale ecc. ecc. Nulla da eccepire sulle giuste rivendicazioni sindacali dei giornalisti italiani, ma è paradossale che quella che i giornalisti considerano una protesta sia per noi fotoreporter (molti dei quali iscritti allo stesso Ordine dei Giornalisti) una condizione di vita normale, di cui peraltro non si riesce a capire le motivazioni, né ad avere spiegazioni al riguardo. Anche a questo scopo, e più in generale per tutelare i diritti di una categoria di giornalisti troppo spesso considerati “figli di un dio minore”, sta nascendo proprio in questi giorni a Roma l’Associazione dei fotoreporter professionisti, nella speranza che insieme si riesca ad ottenere il riconoscimento di quei diritti che adesso ci vengono negati. I fotoreporter romani