Domani 'Il Messaggero' non sarà in edicola. L'Assemblea dei redattori riunitasi nel tardo pomeriggio ha proclamato con voto unanime, senza nemmeno un'astensione, di fermare l'uscita del giornale di sabato 18 novembre, dopo aver scoperto, si legge in una nota del cdr, "che l'azienda aveva messo coercitivamente in sciopero, il giorno 15 novembre, anche chi era già in riposo programmato o addirittura in ferie ben prima che la giornata di astensione nazionale fosse stata decisa dalla Fnsi, proclamazione avvenuta nella tarda serata del 14"
Nel comunicato approvato dall'Assemblea si legge che l'azienda ha agito "senza aver prima fatto una richiesta individuale in proposito, violando così la Costituzione che riconosce il diritto di sciopero ma che, naturalmente, non ne sancisce l'obbligo". Non solo i redattori non sono stati preavvertiti, ma "non c'è stata nessuna comunicazione in proposito al Comitato di redazione, in violazione dell'articolo 34 del Contratto nazionale di lavoro, che prevede che le modifiche che riguardano l'organizzazione del lavoro siano preventivamente comunicate alla redazione". L'assemblea ha deciso inoltre un pacchetto di forme di agitazione da effettuare immediatamente. (ANSA) Lo sciopero deciso dai giornalisti del Messaggero, che domani impedirà al giornale di essere in edicola, "è una misura estrema di lotta cui sono costretti i colleghi a tutela della legalità ". Lo sottolinea il presidente della federazione nazionale della stampa Franco Siddi, che esprime la solidarietà del sindacato. È la stessa ragione, dice Siddi, "per la quale il sindacato dei giornalisti italiani è da tempo costretto alla mobilitazione per contrastare una linea imprenditoriale di controllo dell'informazione che non trova giustificazione. I giornalisti amano la pace sindacale e vorrebbero poter lavorare con serenità al servizio dei cittadini per una informazione puntuale e corretta. Gli editori sono parte importante di un processo siffatto, ma con le loro azioni inutilmente muscolari e punitive provocano risposte determinate che il sindacato tutto sostiene con grande solidarietà ". I colleghi del Messaggero, prosegue il presidente del sindacato dei giornalisti, "non sono soli. Qualunque giornalista vittima di ritorsioni ingiustificate, come denunciato oggi nel giornale romano, sarà tutelato con ogni mezzo e intendiamo far conoscere sempre di più al pubblico questa situazione incomprensibile e non sostenibile". L'editore del Messaggero, conclude Siddi, "sa che una grande impresa vive bene e meglio quando riesce a stabilire un rapporto di leale cooperazione, non di preordinato conflitto, con i propri lavoratori. Vogliamo sperare che, nonostante tutto, l'editore faccia una riflessione sul valore del sindacato nelle sue aziende". (ANSA)