Pubblichiamo il testo del Secolo d’Italia apparso in prima pagina mercoledì 18 novembre
ANCHE BONANNI SI È SCOPERTO "MOVIMENTISTA"
di Federica Perri
Grandi manovre in corso nel mondo dell'informazione. Oggi a Roma la Cisl riunisce giornalisti di tutte le aree per un convegno apparentemente di routine («Diritto e qualità dell'informazione, ruolo autonomo e libero dei giornalisti, partecipazione dei cittadini») ma che in realtà è stato presentato un po' a tutti come la risposta alla mobilitazione antiberlusconiana del 3 ottobre scorso. Il buffo è che alla tavola rotonda moderata da Walter Passerini, parteciperanno Lucia Annunziata, Maurizio Belpietro, (direttore di Libero), Enrico Cisnetto, (presidente di Società Aperta), Lorenzo Del Boca (presidente dell'Ordine dei giornalisti) Antonio Padellaro, direttore del Fatto Quotidiano, Piero Vígorelli, vicedirettore Tg 5. Nemmeno uno spicchio per i giornalisti "di destra" e in particolare per il gruppo di Lettera 22 che pure ha dato la sua incondizionata adesione all'iniziativa invitando tutti i suoi associati a intervenire «per dare voce al dissenso» della categoria verso il sindacato unico, la Fnsi.
Secondo le anticipazioni del Foglio, dalla relazione di apertura del segretario confederale Anna Maria Furlan, dovrebbe emergere la richiesta di un maggior «pluralismo sindacale». Un sindacato unico, scriveva tre giorni fa Il Foglio ammettendo di aver letto il discorso in anteprima, «dovrebbe rappresentare tutti. La Fnsi invece da qualche tempo fa più politica che sindacato». Ancora: «L'intenzione cislina è quella di suggerire, se non sollecitare, la nascita di una alternativa alla Fnsi». Un programma sotto molti profili interessante, che tuttavia tende a eludere un dato: la Cisl ha partecipato fino a oggi alle scelte della Fnsi, ha una sedia al suo "tavolo" - così come la Cgil, la Uil e l'Ugl - e il percorso più trasparente per smarcarsi da quel contesto forse sarebbe tirarsene fuori.
Potrebbe essere una delle tante beghe di categoria se il tema dell'informazione non fosse così centrale nel dibattito politico di questa fase e se il nobile intento di fermare la "deriva politicizzata" della rappresentanza giornalistica non richiedesse il massimo della trasparenza per evitare di sovrapporre ambiguità all'ambiguità. Difficile, francamente, immaginare di conseguire l'obbiettivo mettendo intorno a un tavolo le opposte fazioni del giornalismo schierato - Libero e il Fatto - e personalità che attingono a uno stile culturale e professionale diametralmente opposto come la Annunziata e Vigorelli. Salvo che il messaggio non sia risolvibile nel protagonismo di cui il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha dato mostra recentemente, e che si è manifestato anche con la fondazione del primo sindacato "delle partite Iva", che debutterà l'anno prossimo. Un movimentismo interessante, che in qualche modo scombina e ricombina (anche politicamente) il vecchio schema di interessi e relazioni della Cisl, forse conquistandogli spazi in aree di intervento inedite. O forse - e questo è il rischio - lasciando più ampie zone di manovra alla sinistra cigiellina proprio dove una credibile voce di moderazione sarebbe importante.
Federica Perri