“Ossequi alla trasparenza. E visto il nuovo corso, speriamo sia la volta buona perché sui conti Rai, nel recente passato, c’è stato contrasto persino sull’esistenza o meno di un rischio di perdita. Il nuovo vertice ha voluto subito un’operazione di verità e ha fornito dati preoccupanti sui conti in rosso, soprattutto a causa del crollo delle entrate pubblicitarie, per le quali non casualmente il Cda aveva deciso non molti giorni fa di cambiare i vertici della Sipra.
La comunicazione odierna della Rai, corredata dei dati sulla forza lavoro, pare proiettata a creare le premesse di un riordino aziendale. Sicuramente una grande autoriforma è indispensabile ma altrettanto necessario – lo diciamo subito – è il confronto sociale sui “fondamentali” del servizio pubblico (da recuperare) e sulla capacità di saper contenere le spese, valorizzando il patrimonio della risorsa lavoro, cioè delle professionalità che stanno in Rai. Il Sindacato dei giornalisti si attende una sfida sul terreno dell’innovazione e delle competenze, senza forzature né drammatizzazioni.
Quanto ai conti in rosso, invece, forse è il caso che, dopo l’operazione verità del nuovo Cda, si apra un’inchiesta indipendente”.
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO USIGRAI CARLO VERNA
Sui conti il Direttore generale della Rai sceglie la strada della trasparenza, inviando a tutti i dipendenti i dati salienti della relazione semestrale e fa bene. Ma oltre all'impegno di affrontare e risolvere i problemi che assume, Luigi Gubitosi ha il dovere di indagare sulle responsabilità che hanno portato ad una situazione ribaltabile, come lui spera, ma comunque pesante. Perché cifre così negative? Ma soprattutto perché molti di questi numeri non sono stati rappresentati nei mesi scorsi?
DICHIARAZIONE DELL'ESECUTIVO NAZIONALE USIGRAI
La preoccupazione per i conti resi noti dal direttore generale si acccompagna alla nostra indignazione. Avevamo molto piu' di un sospetto e l'avevamo ripetutamente espresso, c'erano segnali, alcuni importanti, come quelli dati dal dimissionario ex consigliere Nino Rizzo Nervo. Ma c'erano anche informazioni e rassicurazioni ufficiali, forniti solennemente nelle sedi di controllo, alla commissione parlamentare di Viglianza. I nuovi vertici non possono limitarsi semplicemente a prendere atto per poi doverosamente agire per il risanamento, devono chiedersi chi abbia determinato questa situazione e perché sia stata occultata per lungo tempo.
Tarantola e Gubitosi riteniamo abbiamo il dovere di muoversi per accertare le responsabilità di chi ha messo l'azienda in queste condizioni e trarne le conseguenze chiedendosi come mai il precedente direttore generale Lorenza Lei non abbia saputo rendersi conto di come stessero le cose. Comunque stigmatizziamo che i tanti epurati delle precedenti stagioni siano ancora senza un posto, mentre all'ex dg i nuovi vertici hanno subito trovato una ricollocazione importante, proprio in uno dei luoghi dove la grave crisi si è sviluppata, ovvero la Sipra.
Due mesi sono passati dall'insediamento del dg, ora cominciamo a pretendere risposte coerenti. I conti della semestrale richiedono interventi urgenti. Vogliamo aprire un confronto e presentare le nostre proposte per risanare la Rai senza penalizzare il prodotto già toccato da inopportuni tagli lineari, come ad esempio avvenuto per le sedi di corrispondenza estere.
Non possiamo accettare che le ripartenze proposte da Gubitosi passino solo dal reclutamento dall'esterno.
Ci aspettiamo che, a partire dal curriculum di ciascuno, vengano vagliate e valorizzate le competenze presenti in azienda e, in ogni caso, che sia utilizzato lo strumento del contratto a tempo determinato per chi viene chiamato in base al rapporto fiduciario.
C'è infine un fronte sul quale ci aspettiamo iniziativa da parte dei nuovi vertici e sul quale comunque ci muoveremo direttamente. E' quello dell'evasione del canone di quasi il 30%. Occorre sollecitare il Governo e se Monti di fronte a questa situazione economica non si dovesse muovere si assumerebbe la responsabilità di sperperare un bene comune, quale l'azienda pubblica radiotelevisiva, e di spingerla oltre l'orlo del baratro su cui è stata collocata dal saccheggio fatto dalla politica da troppo tempo e ancor di più negli anni drammatici del conflitto di interessi.