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Contratti 31 Mar 2007

Il segretario generale aggiunto, della Fnsi Luigi Ronsisvalle: “Sul contratto intervenga il Governo”

Palermo - "Il silenzio del governo sul mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti non è più accettabile". Lo ha detto il segretario generale aggiunto, della Fnsi Luigi Ronsisvalle intervenendo a Palermo all'assemblea annuale degli iscritti all'Ordine dei Giornalisti di Sicilia.

Palermo - "Il silenzio del governo sul mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti non è più accettabile". Lo ha detto il segretario generale aggiunto, della Fnsi Luigi Ronsisvalle intervenendo a Palermo all'assemblea annuale degli iscritti all'Ordine dei Giornalisti di Sicilia.

"In questi ultimi mesi, caratterizzati dall'assenza di qualunque iniziativa politica, - ha aggiunto - si è nei fatti consumata una resa senza condizioni da parte del ministro del lavoro Damiano di fronte all'arrogante e inspiegabile rifiuto opposto dagli editori all'avvio del negoziato. Ci chiediamo che seguito abbiano avuto le dichiarazioni dello stesso ministro di voler aumentare il costo del lavoro autonomo (incentivando le garanzie previdenziali per i lavoratori) così da renderlo meno competitivo rispetto al lavoro contrattualizzato". "Non è possibile accettare passivamente neppure il sostanziale fallimento dei tavoli di confronto sul 'lavoro autonomo' e sulla 'previdenza', - ha osservato- aperti a gennaio nella stessa sede del ministero del Lavoro, e ai quali, dopo i primi incontri, gli editori si sono sottratti". "Mentre il governo e il ministero del Lavoro - ha detto - dopo una comprensibile fase di verifica diplomatica delle posizioni degli editori, hanno di fatto abdicato al loro ruolo istituzionale, subendo in silenzio la volontà delle imprese di negare ad una categoria il diritto alla contrattazione nazionale, l'istituto di previdenza dei giornalisti (Inpgi), a causa del mancato avvio della riforma pensionistica ostacolata dalle imprese, subisce ogni mese perdite rilevantissime che mettono drammaticamente in forse il futuro delle pensioni dei giornalisti italiani". Per la Fnsi "Gli editori hanno ormai gettato la maschera, rendendo leggibile il loro progetto di mortificare e distruggere la categoria dei giornalisti puntando a una antistorica, e di fatto mpraticabile, riduzione del costo del lavoro, avvicinando così la professione a un ruolo impiegatizio di basso profilo e mettendo a rischio le garanzie di una libera e corretta informazione nel Paese". (ANSA)

@fnsisocial

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