La Giunta esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), riunita con la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa, denuncia il permanere di comportamenti non conformi al dettato del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico (Cnlg) sottoscritto con la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg)
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Giunta esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), riunita con la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa, denuncia il permanere di comportamenti non conformi al dettato del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico (Cnlg) sottoscritto con la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), con le leggi e con recenti sentenze della Magistratura del lavoro, da parte di aziende editoriali in relazione ai diritti sindacali dei colleghi eletti dalla categoria a svolgere funzioni di direzione negli organismi dei giornalisti italiani. Casi del genere sono stati portati dal sindacato all’attenzione della Commissione paritetica, dove si è verificato un imbarazzato tentativo della Fieg di giustificare comportamenti scorretti da parte di aziende sue associate. In particolare, la Giunta esprime solidarietà al Presidente dell'Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (Aser), Camillo Galba, denunciando il comportamento dell'Editoriale Libertà, di Piacenza, che non considera i giorni di permesso sindacale ai fini della maturazione del diritto al giorno di settimana corta (contrariamente a quanto ribadito da sentenze della stessa Magistratura) e compie azioni palesemente antisindacali nei confronti di chi è impegnato a difendere i diritti dei colleghi, anche all'interno dell'azienda. Si tratta di una grave violazione contrattuale, la quale certamente non aiuta a riallacciare il dialogo con la Fieg dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. La Fnsi sarà al fianco del Presidente dell’Aser (che è anche membro del Cdr del quotidiano piacentino) in tutte le sedi, per far valere principi sanciti dalle leggi dello Stato e dal Contratto nazionale di lavoro, ma disattesi dall'Editoriale Libertà, con il chiaro intendimento di recare pregiudizio ad un collega che svolge attività sindacale, come denunciato anche dall’assemblea della redazione”.