Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi e il Segretario Generale Paolo Serventi Longhi, dopo avere informato il Presidente della Repubblica della decisione di proclamare nuovi scioperi dei giornalisti, hanno illustrato le ragioni della protesta in lettere inviate alle principali Istituzioni della Repubblica.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi e il Segretario Generale Paolo Serventi Longhi, dopo avere informato il Presidente della Repubblica della decisione di proclamare nuovi scioperi dei giornalisti, hanno illustrato le ragioni della protesta in lettere inviate alle principali Istituzioni della Repubblica. I dirigenti della Fnsi hanno informato i Presidenti del Senato Marcello Pera, e della Camera Pierferdinando Casini, il Presidente della Corte Costituzionale Piero Alberto Capotosti, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il Presidente del Cnel Antonio Marzano. Il Sindacato dei Giornalisti ha inoltre informato della situazione i Segretari Generali delle Confederazioni sindacali dei lavoratori e i massimi dirigenti delle organizzazioni del settore della comunicazione. La Fnsi ha anche chiesto di illustrare la situazione delle vertenze contrattuali a tutti i partiti e i movimenti politici ed ai gruppi parlamentari.” Roma, 29 settembre 2005 Il Presidente e il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi e Paolo Serventi Longhi, hanno inviato al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la seguente lettera: Signor Presidente, “la Federazione Nazionale della Stampa, il Sindacato unitario dei giornalisti italiani, si è vista costretta a proclamare una serie di scioperi della categoria che, purtroppo, bloccheranno l’informazione nei prossimi mesi. Siamo consapevoli della gravità della decisione assunta all’unanimità dagli organismi dirigenti del nostro sindacato, specialmente nell’attuale difficile e delicata fase della vita sociale, economica e politica del Paese. Come Ella ha più volte avuto modo di osservare, l’informazione è un bene prezioso, la cui libertà è garantita costituzionalmente per l’insieme dei cittadini italiani e di conseguenza per le Istituzioni. E’ quindi con rammarico che la Fnsi, rappresentativa dell’intera categoria dei giornalisti, ha deciso lo sciopero, costrettavi dalla posizione di netta chiusura assunta dalle organizzazioni imprenditoriali degli editori (Fieg), delle emittenti radiotelevisive private locali (Aeranti-Corallo) e dell’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego (Aran). Le tre vertenze contrattuali sono aperte da molti mesi ed abbiamo dovuto constatare l’impossibilità di proseguire negoziati che potessero definire meglio un quadro contrattuale rispettoso della dignità della nostra professione, dell’indipendenza dei media, della qualità dell’informazione, nell’interesse di tutti i cittadini. In particolare, il rinnovo contrattuale con la Fieg ha dovuto registrare una posizione degli editori assolutamente antitetica alla piattaforma del Sindacato dei giornalisti, che tende a rafforzare i diritti e le tutele dei giornalisti. La Fnsi ha individuato come asse strategico della propria azione quello di fornire condizioni minime di tutela normativa e di riconoscimento economico per le migliaia di giornalisti che hanno un rapporto di lavoro autonomo e precario, una situazione che riguarda ormai ben oltre il 50% della categoria. Il Sindacato ha anche chiesto norme che consentano di impedire un utilizzo eccessivamente flessibile del prodotto giornalistico esterno alle redazioni, condizione questa che riduce l’autonomia dell’informazione. Signor Presidente, in considerazione dell’alta stima che il nostro Sindacato ha nei confronti Suoi e memori dei costanti richiami al diritto all’informazione ed all’indipendenza dei giornalisti che Ella ha rivolto alle Istituzioni e al Paese, abbiamo inteso informarLa della situazione venutasi a creare e ci dichiariamo disponibili ad illustrarLe personalmente, e più nel dettaglio, le ragioni della protesta dei giornalisti italiani”.