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La giornalista Cecilia Sala (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Internazionale 27 Dic 2024

La giornalista Cecilia Sala arrestata a Teheran. Fnsi: «Sia rimessa subito in libertà»

Come reso noto dalla Farnesina venerdì 27 dicembre 2024, la reporter è stata fermata il 19 dicembre dalle autorità di polizia. Si trovava in Iran per lavoro con un regolare visto giornalistico. Bellanger (Ifj): «La comunità internazionale faccia pressioni affinché sia immediatamente rilasciata».

La giornalista italiana Cecilia Sala, 29 anni, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre 2024 dalle autorità di polizia di Teheran. Lo rende noto il ministero degli Affari Esteri in un comunicato stampa pubblicato venerdì 27 dicembre 2024 anche sul proprio sito web.

«Su disposizione del ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani - prosegue la nota - l'Ambasciata e il Consolato d'Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio. In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione».

La Federazione nazionale della Stampa italiana sta intanto attivando tutti i propri contatti per conoscere le condizioni e la situazione della giornalista. Il sindacato chiede che «la collega Cecilia Sala sia rimessa immediatamente in libertà».

La Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) si unisce alla Fnsi nel chiedere alle autorità iraniane di liberare «immediatamente e incondizionatamente» la giornalista. «Deploriamo la strategia iraniana di imprigionare i giornalisti stranieri per ottenere qualcosa in cambio. La nostra collega italiana Cecilia Sala - dichiara il segretario generale della Ifj, Anthony Bellanger - è l'ultima vittima di questa macabra pratica. Chiediamo alla comunità internazionale di fare pressione sulle autorità iraniane affinché rilascino subito la reporter».

Venerdì 27 dicembre, spiega ancora la nota del ministero degli Esteri, «l'ambasciatrice d'Italia Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della dottoressa Sala. La famiglia è stata informata dai risultati della visita consolare».

Come ricostruisce il Post sul proprio sito web, «per le prime 24 ore Sala è stata tenuta in custodia senza possibilità di comunicare con nessuno. Poi le hanno permesso di fare due telefonate, una alla famiglia e una al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri. Durante le telefonate, Sala ha detto di stare bene e di non essere ferita. È possibile che abbia dovuto leggere un testo scritto, perché ha usato alcune espressioni che non suonano naturali in italiano, ma sembrano più una traduzione dall'inglese».

In un editoriale dal titolo 'Il giornalismo non è un crimine. Riportiamo a casa Cecilia Sala', pubblicato in apertura dell'edizione online del quotidiano, il direttore del Foglio Claudio Cerasa ribadisce l'appello «al governo, ai ministri, al presidente del Consiglio, al capo dello Stato, alle autorità delegate, agli organi competenti» a riportare a casa la collega. «L'Iran, con l'arresto di Cecilia, ha scelto di sfidare non una giornalista, non un giornale, non una testata, ma tutto quello che l'occidente considera trasversalmente intoccabile: la nostra libertà», scrive.

Chora Media - altro editore per cui la giornalista lavora - riferisce in una nota che Sala si trova in carcere, in una cella di isolamento, nella prigione di Evin, quella dove vengono tenuti i dissidenti, «e il motivo del suo incomprensibile arresto non è ancora stato formalizzato». La reporter - spiega ancora Chora - era partita il 12 dicembre da Roma per l'Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta. Aveva fatto una serie di interviste e sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre.

Anche l'Esecutivo Usigrai si unisce alla richiesta di liberare la reporter. «Il regime di Teheran - ammonisce il sindacato dei giornalisti Rai - deve liberare Cecilia Sala; è solo una giornalista che fa il suo lavoro con dedizione e passione. Ogni altra ragione per trattenere in carcere la nostra collega è solo un modo per intimidire chi liberamente fa informazione. Chiediamo al governo italiano il massimo impegno per l'immediato rientro in Italia di Cecilia Sala».

@fnsisocial

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