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Contratti 10 Nov 2006

L’Assostampa Sarda convoca il Direttivo agli Stati Generali Il presidente Birocchi fa il punto sulla vertenza in una lettera inviata a tutti i colleghi

Il Consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa sarda si riunirà a Roma, martedì prossimo, 14 novembre, in occasione degli Stati generali dei giornalisti italiani, impegnati nella difficile vertenza per il rinnovo del Contratto di lavoro.

Il Consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa sarda si riunirà a Roma, martedì prossimo, 14 novembre, in occasione degli Stati generali dei giornalisti italiani, impegnati nella difficile vertenza per il rinnovo del Contratto di lavoro.

L’obiettivo del sindacato è quello di disegnare, attraverso la nuova carta contrattuale, una condizione del lavoro giornalistico che difenda le garanzie professionali e i livelli retributivi dei contrattualizzati e che dia dignità al lavoro freelance, con retribuzioni accettabili e consentendo un corretto esercizio della professione qualunque sia il livello di contrattualizzazione. Il rifiuto degli editori di riprendere le trattative con il sindacato, interrotte ormai da molti mesi, richiedono una mobilitazione straordinaria della categoria. Anche in Sardegna, in attesa di un quadro contrattuale di riferimento, l’Associazione della stampa ha avviato una serie di iniziative per migliorare la condizione del lavoro giornalistico freelance, nella convinzione che solo all’interno di un sistema complessivo di garanzie possa essere salvaguardata l’autonomia professionale dei giornalisti e quindi il diritto dei cittadini a un’informazione autenticamente libera e indipendente. Il presidente dell’Associazione della stampa sarda, Francesco Birocchi, ha inviato una lettera sulla vertenza contrattuale a tutti i giornalisti professionali della Sardegna. Caro collega, come certo saprai la vertenza per il rinnovo del nostro contratto di lavoro si va facendo sempre più dura. Gli editori sostengono un pacchetto di 45 proposte peggiorative del contratto, per ridurre di quasi il 30 per cento lo stipendio dei giornalisti e sostituire il lavoro dipendente con tutte le forme possibili di precariato. E non vogliono neppure sedersi al tavolo della trattativa sostenendo che “non ci sono le condizioni”. Ma quali sono le “loro” condizioni? Sono tre, essenzialmente: - l’applicazione indiscriminata della “legge Biagi”, per poter precarizzare il rapporto di lavoro giornalistico e privarlo delle garanzie contrattuali conquistate in anni di lotta sindacale; - l’abolizione degli scatti di anzianità che consentono a ciascuno di noi una progressione salariale anche senza alcuna “promozione” e quindi ci liberano da possibili ricatti aziendali; - la gestione paritaria dell’Inpgi, il nostro istituto di previdenza che, con ispezioni a tappeto, sta portando alla luce un numero altissimo di irregolarità previdenziali nelle redazioni. A queste condizioni noi giornalisti abbiamo detto no. E abbiamo rilanciato le nostre proposte: la fine del praticantato a termine e dello stagismo senza regole; la durata minima di otto mesi per i contratti a termine, il parere dei cdr sulle assunzioni a tempo e dei collaboratori; l’applicazione “regolamentata” della legge Biagi. Chiediamo, a questo proposito, che il “lavoro in appalto” e il “distacco” siano definiti con l’intesa tra le parti, mentre siamo convinti che i “contratti di inserimento” siano in contrasto con la legge professionale e siano difficilmente traducibili per i giornalisti strumenti come il “lavoro ripartito” e il “lavoro intermittente”. Il punto centrale di tutta la vertenza è quello di disegnare, attraverso la nuova carta contrattuale, una condizione del lavoro giornalistico che difenda le garanzie professionali e i livelli retributivi dei contrattualizzati e che, allo stesso tempo, dia dignità al lavoro freelance, con retribuzioni accettabili e consentendo un corretto esercizio della professione qualunque sia il livello di contrattualizzazione. Abbiamo avviato in Sardegna una serie di iniziative per migliorare la condizione del lavoro giornalistico freelance ma, senza un quadro contrattuale di riferimento, sarà difficilissimo arrivare a soluzioni decisive in ambito regionale: - nelle principali redazioni sarde (quotidiani, radio, TV, uffici stampa e siti Internet) lavorano almeno 240 precari, freelance e collaboratori dai 25 ai 35 anni, sottopagati, utilizzati per integrare o sostituire i giornalisti dipendenti e ridurre il costo del lavoro. - il tariffario dei quotidiani va da 2,58 Euro per un pezzo di 40 righe, a un massimo di 50 Euro per un pezzo di cultura oltre le 40 righe. La media (sport, cronaca, ecc.) è di 11-12 Euro. Le maggiori TV private pagano un servizio 15.50 Euro. - i professionisti iscritti al sindacato sono 349 (248 contrattualizzati e 101 senza alcun contratto); - i pensionati sono 50; - i praticanti sono 51 (24 contrattualizzati e 27 non contrattualizzati), più i 30 del Master di giornalismo dell’Università di Sassari, non ancora iscritti al sindacato; - i pubblicisti sono 916; - gli iscritti alla gestione separata dell’Inpgi sono 483 (123 professionisti e 360 pubblicisti) Gli strumenti di lotta sindacale non sono molti. Nel corso della vertenza contrattuale sono state tante le iniziative messe in campo: assemblee, manifestazioni, incontri politici. La Federazione della Stampa ci chiede di partecipare alla grande manifestazione in programma a Roma martedì 14 novembre prossimo. Siamo tutti invitati. Sarà molto importante anche la presenza di un’ampia delegazione di giornalisti sardi. Per le modalità di partecipazione la Segreteria dell’Associazione ti fornirà tutti i ragguagli necessari. Lo strumento più efficace, quello che viene percepito maggiormente dalla controparte, resta tuttavia ancora lo sciopero. E’ un grosso sacrificio per i giornalisti. Ma non esiste altra strada. Se gli editori si ostineranno a non voler riprendere la trattativa con il sindacato ci saranno altre giornate di sciopero. Un impegno duro per ciascuno di noi, ma assolutamente indispensabile. La solidarietà sindacale è un bene prezioso da difendere. Non possiamo dare, proprio in questo momento, l’impressione di essere disuniti. Gli editori contano su questo per battere la nostra resistenza. Ne’ possono prevalere irresponsabili calcoli personalistici o, tantomeno, possibili “sirene” aziendali, perché sarebbe davvero una sconfitta per tutti. Lo Statuto della Fnsi (art.26) stabilisce che “i consigli direttivi delle associazioni regionali di stampa, in occasione delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, devono adottare il provvedimento della sospensione a carico degli iscritti che si rendano responsabili di violazione delle delibere adottate dalla Fnsi per le relative iniziative sindacali, deferendoli al Collegio dei probiviri regionale e proponendone, nei casi più gravi, l'espulsione”. La nostra Associazione non ha mai seguito questa strada. Si è sempre adoperata, al contrario, per ampliare il dialogo interno e rafforzare quindi l’aspetto solidaristico della categoria. Ed è proprio con questo spirito che ti scrivo, su incarico del Consiglio direttivo dell’Associazione. Dalla nostra capacità di confrontarci con franchezza derivano le decisioni e le azioni condivise che costituiscono la forza del sindacato dei giornalisti. Nei prossimi giorni organizzeremo anche l’Assemblea generale dell’Associazione della Stampa Sarda. Riceverai presto la convocazione. Conto sulla tua partecipazione attiva. DA LA NUOVA SARDEGNA del 12 Novembre 2006 CAGLIARI. Il direttivo dell’Associazione stampa sarda si riunirà a Roma martedì in occasione degli Stati generali dei giornalisti, impegnati nella vertenza per il rinnovo del contratto. L’obiettivo del Sindacato - è detto in una nota - è quello di disegnare una condizione del lavoro che difenda garanzie professionali e livelli salariali dei contrattualizzati e che dia dignità ai freelance, con retribuzioni accettabili e consentendo un corretto esercizio della professione. Il comunicato così prosegue: «Il rifiuto degli editori di riprendere le trattative con il sindacato, interrotte ormai da molti mesi, richiede una mobilitazione straordinaria della categoria. Anche in Sardegna, in attesa di un quadro contrattuale di riferimento, l’Assostampa ha avviato iniziative per migliorare la condizione del lavoro giornalistico freelance, nella convinzione che solo in un sistema complessivo di garanzie possa essere salvaguardata l’autonomia e, quindi, il diritto dei cittadini a una informazione libera e indipendente». «I giornalisti della Sardegna sono pronti a scioperare anche per una settimana di seguito e a sostenere tutte le azioni di lotta che la Fnsi deciderà di mettere in campo per sbloccare la vertenza contrattuale», ha quindi ulteriormente chiarito detto il presidente dell’Assostampa, Francesco Birocchi, intervenendo, a Cagliari, a un’assemblea di giornalisti. «Con il direttivo condividiamo in pieno - ha spiegato - l’analisi del presidente della Fnsi, Franco Siddi, sulla grave emergenza in atto. Rivolgo perciò un appello a tutti i colleghi contrattualizzati e precari perché la delegazione sarda alla manifestazione di Roma sia la più ampia possibile».

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