L'Associazione siciliana della stampa metterà un collegio difensivo a disposizione dei colleghi che devono affrontare la delicata questione occupazionale determinatasi negli uffici stampa degli enti locali a seguito dell'indagine condotta dalla Corte dei Conti.
"Abbiamo firmato un contratto di lavoro previsto dalle leggi vigenti - ha spiegato il segretario regionale Alberto Cicero - e intendiamo farlo rispettare. Alle interpretazioni e alle iniziative dei singoli burocrati o magistrati risponderemo nelle sedi competenti e con un'unica linea difensiva". La decisione di adottare un'unica strategia di intervento a fronte del ritiro delle delibere per il conferimento degli incarichi e l'applicazione del contratto di lavoro giornalistico ai giornalisti degli uffici stampa è stata presa durante l'assemblea di tutti i colleghi siciliani impegnati nei Comuni capoluogo e nella Province regionali svoltasi a Caltanissetta.
"L'iniziativa della magistratura contabile - spiega il vicesegretario della Federazione nazionale della Stampa Luigi Ronsisvalle - sta creando non solo grave incertezza sul futuro occupazionale ma anche ingenti danni ai colleghi che verranno privati dell'assistenza medica e saranno gravemente penalizzati nella loro carriera. Con la firma del contratto che definisce i profili professionali per i giornalisti degli uffici stampa della Pubblica amministrazione la Sicilia ha tracciato una strada che adesso tutte le altre regioni italiane stanno seguend è davvero singolare che ora ci sia chi voglia riportare indietro la storia causando danni gravi e ingiustificati ai giornalisti siciliani".
L'iniziativa dell'Associazione siciliana della Stampa, in attesa della riapertura di un tavolo di confronto con il governo regionale, con l'Anci e l'Unione delle province, chiamati a ribadire la validità dell'accordo contrattuale, sosterrà i colleghi che decideranno di impugnare gli atti amministrativi di revoca in sede giudiziaria,controfirmando la diffida formale che verrà inviata ai dirigenti che firmeranno questi atti e che saranno chiamati a rispondere anche personalmente del loro operato nelle diverse sedi giudiziarie.