Prime pagine bianche o 'oscurate' da un riquadro nero: è questa l'inedita e massiccia protesta che la stampa birmana ha deciso di inscenare per denunciare il maltrattamento dei giornalisti ad opera della polizia nel corso di una recente dimostrazione.
Già ieri il Myanmar Post è uscito con un riquadro nero al posto della fotografia
in prima pagina e a partire da oggi almeno altre dieci pubblicazioni
boicotteranno i punti stampa e le conferenze governative, lasciando in bianco
lo spazio che sarebbe stato dedicato al resoconto di quegli appuntamenti. Ad
annunciarlo è stato Myint Kyaw (nella foto), della Rete dei Giornalisti birmani.
Il 10 marzo scorso, durante l'intervento delle forze dell'ordine in una
manifestazione di protesta studentesca a Letpadan, a nord di Yangon, diversi
giornalisti sono stati aggrediti. Due di loro sono stati trattenuti in stato di
detenzione per tre giorni prima di essere rilasciati: uno di questi, del
Myanmar Post, Nyan Lin Tun, ha denunciato di essere stato picchiato durante
l'arresto.
Per protesta, i media del paese hanno anche programmato il boicottaggio di un
evento all'International Press Institute a Yangon il 27-29 marzo intitolato
"Verso una stampa libera".
Gli scontri del 10 marzo sono scoppiati quando la polizia ha caricato studenti,
monaci e giornalisti: il corteo era in marcia tra Mandalay e Yangon e la protesta
era rivolta contro i nuovi provvedimenti legislativi in materia di istruzione. (YANGON,
17 MARZO 2015 - ADNKRONOS/DPA)