Dallo sciopero allo stato di agitazione con l’appoggio del Cdr, del Sindacato e dell’Ordine regionale: il drastico taglio dei compensi ai collaboratori de Il Gazzettino sta provocando reazioni nelle varie provincie del Veneto. Pubblichiamo la documentazione della mobilitazione
Al Governatore del Veneto
Luca Zaia
Al Presidente del Consiglio Regionale del Veneto
Clodovaldo Ruffato
Agli Assessori regionali
Ai Consiglieri regionali
Ai Presidenti, agli Assessori e ai Consiglieri provinciali
Al Sindaco, agli Assessori e ai Consiglieri del Comune di Venezia
Senatori e Deputati veneti
Oggetto: compensi dei giornalisti freelance
Sette mila euro lordi all’anno per i giornalisti con contratto co.co.co, 9 mila per quelli con partita Iva: è il reddito medio dei giornalisti veneti freelance, quelli che anche voi conoscete, quelli che ogni giorno scrivono della cronaca cittadina, di politica, di cultura.
Professionisti qualificati, colleghi che con il loro lavoro 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, garantiscono l'uscita delle edizioni delle principali testate regionali.
A fronte di compensi già mortificanti e lesivi della dignità personale, frutto di continue riduzioni che nel 2009 hanno raggiunto la quota del 20%, oggi per i collaboratori freelance delle edizioni del Gazzettino la forbice è tornata a colpire coloro che erano riusciti a strappare condizioni migliori. Colleghi che garantiscono 120-140 articoli al mese per coprire la cronaca di più Comuni oppure interi e specifici settori di cronaca, con notevole arco temporale di impegno e senza alcuna forma di rimborso spese (telefono, internet, benzina, trasporti). In molti casi si tratta di redditi su cui vive e organizza il suo futuro (accensione di mutui, ad esempio) una famiglia.
Con un preavviso di dodici giorni, la Direzione del Gazzettino ha comunicato via mail a costoro una riduzione dei compensi, con decorrenza 1 aprile, che a conti fatti, arriva anche al 40% del corrispettivo. La griglia proposta va dai 4 ai 16 euro. Significa che un’apertura di pagina, un’inchiesta, un approfondimento, una intervista a uno di Voi valgono fra gli otto e gli undici euro lordi!
Come si può pretendere qualità, competenza, preparazione, libertà di espressione con compensi così bassi?
Il Gazzettino nega al Sindacato quella rappresentanza della tutela degli interessi di questi lavoratori che il Contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg prevede e che altre aziende e gruppi editoriali nel Veneto praticano nell'ambito di un normale confronto tra le parti.
Il Sindacato dei Giornalisti del Veneto e il Comitato di redazione de Il Gazzettino hanno espresso solidarietà e appoggio ai colleghi collaboratori che non hanno accettato i tagli ed hanno avviato nei giorni scorsi coraggiose iniziative, di varia natura, e richieste volte ad evitare il netto peggioramento delle loro condizioni retributive. Iniziative serie, fondate, e particolarmente coraggiose considerata la fragilità della loro posizione. Decisioni difficili ma inevitabili. Non si può lavorare in perdita per molto, soprattutto se non ci sono prospettive di assunzioni.
Il Sindacato dei Giornalisti del Veneto e il Cdr del Gazzettino sottolineano la necessità che Il Gazzettino riveda le sue decurtazioni e dia ascolto alle giuste istanze dei collaboratori. Si chiede, inoltre, con questa lettera di farVi parte attiva, per quanto possibile, sull'intera problematica dei collaboratori freelance dell'editoria veneta. Su questa materia tra l'altro il Sindacato giornalisti ha avviato nei mesi scorsi un tavolo di confronto con l'Assessore al Lavoro della Regione Veneto, da cui ha preso le mosse l'indagine conoscitiva in corso nelle Commissioni competenti del Senato della Repubblica.
Come forse saprete, si tratta di una problematica, quella del lavoro autonomo e parasubordinato in ambito giornalistico, che vede impegnato in prima linea il Sindacato veneto, con molteplici azioni su vari fronti tra cui una serie di proposte concrete. Risultati apprezzabili ce ne sono stati, ma la strada da fare resta lunga per assicurare un inquadramento accettabile a questa categoria di lavoratori. Non potremo ottenere i risultati auspicati e dovuti non solo alle centinaia di giornalisti sottopagati ma alla stessa qualità dei prodotti e dell'informazione democratica, senza la presa in carico del problema e l'impegno concreto della politica, delle amministrazioni e delle istituzioni venete.
Certi della vostra attenzione, Vi ringraziamo per quanto farete in questo campo
Sindacato giornalisti del Veneto
Il Direttivo di Re:Fusi sullo sciopero dei collaboratori del Gazzettino per i compensi tagliati
Lo sciopero dei collaboratori padovani, avviato oggi, è una giusta risposta ai nuovi tagli ai compensi, già indecorosamente bassi, dei precari del Gazzettino: Re:Fusi, come coordinamento regionale dei giornalisti freelance, intende assumere con il Sindacato dei giornalisti del Veneto un ruolo attivo nella costruzione di un quadro rispettoso delle professionalità. Vi è dunque pieno supporto alle azioni di questi lavoratori e invitiamo tutti i colleghi, assunti e collaboratori, a non prestarsi a eventuali iniziative che possano indebolire una protesta giusta e nell’interesse di tutta la categoria. Nessuno, dunque, accetti di sostituire chi ha incrociato le braccia.
Non va dimenticato che al Gazzettino, nel giro di pochi mesi, i collaboratori vengono colpiti per la seconda volta da un editore che, evidentemente, non vuole rendersi conto del ruolo centrale di questi lavoratori che, pur precari, garantiscono il maggior numero dei pezzi necessari all’uscita in edicola del quotidiano, come referenti della testata nei principali centri della provincia veneta. All’azienda chiediamo una decisa inversione di tendenza e di prendere atto che, in altre realtà regionali, il confronto tra azienda e lavoratori ha portato a concreti miglioramenti delle condizioni come al Corriere del Veneto (aumento dei compensi a pezzo, riconoscimento di rimborsi chilometrici e telefonici) o all’Arena, dove è riconosciuta una rappresentanza dei collaboratori precari. Chiediamo, dunque, l’apertura di una riflessione perché questo continuo gioco al ribasso non solo avvilisce il ruolo dei lavoratori, ma rischia di approfondire un oggettivo disagio di cui non beneficerebbero né l’autorevolezza della testata, né il diritto dei lettori ad avere un’informazione adeguata e indipendente. Quali garanzie ci possono essere, del resto, quando un pezzo viene pagato quattro euro lordi e bastano solo le telefonate di verifica delle notizie per lavorare in perdita?
Il Direttivo di Re:Fusi
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Sindacato dei Giornalisti del Veneto e l’Associazione stampa del Friuli Venezia Giulia esprimono solidarietà e appoggio ai colleghi collaboratori de Il Gazzettino, che si astengono dalle collaborazioni in segno di protesta contro i tagli dei compensi, già assolutamente inadeguati.
I compensi ai giornalisti freelance, come denunciato dalla delegazione della Fnsi alla Commissione d’indagine sull’Editoria istituita dal Senato (l’Indagine nasce nell’autunno del 2010 da una tavolo di concertazione regionale istituito dall’assessore al Lavoro Elena Donazzan, su iniziativa del Coordinamento precari Re.Fusi e del Sindacato giornalisti del Veneto. La proposta a quel tavolo fu avanzata dal senatore Castro del Pdl, poi divenuta bipartisan e fatta propria dalla Commissione Lavoro e Previdenza del Senato. Dopo Inpgi, Fieg e Fnsi oggi saranno sentiti i colleghi di Re:fusi), sono assolutamente inadeguati, e servirebbe da subito un tariffario che tuteli i giornalisti autonomi, un giusto compenso, come prescrive l’articolo 36 della Costituzione generalmente disatteso dagli editori. L’ulteriore taglio dei compensi che si registra in tutta l’area del lavoro autonomo giornalistico, rappresenta per i collaboratori de Il Gazzettino una vera offesa e un’umiliazione per chi lavora producendo almeno il 40 per cento degli articoli pubblicati ogni giorno sul quotidiano veneto. La Fnsi ricorda alla Federazione Italiana Editori Giornali che la questione del lavoro autonomo giornalistico, come quella del precariato, non possono essere ignorate. Lo sciopero dei collaboratori de Il Gazzettino è il sintomo di una situazione esplosiva che va affronta con determinazione. In questo senso la Fnsi si augura che si aprano al più presto i tavoli di confronto tra le parti sociali anche in fase di negoziazione per il rinnovo della parte economica del con tratto Fnsi-Fieg. La Fnsi e le Assostampa regionali confidano che l’azienda non porrà in essere comportamenti che possano configurarsi come una ritorsione ai danni dei giornalisti in agitazione per la difesa dei propri diritti sindacali.
Il Comitato di redazione del Gazzettino sui compensi dei collaboratori
Cari colleghi,
il Cdr da giorni si sta occupando dell'ulteriore revisione unilaterale dei compensi, in vigore da oggi, di parte dei collaboratori delle redazioni locali. In questo senso abbiamo ricevuto i nuovi contratti da parte di coloro che non hanno inteso sottoscrivere le nuove condizioni economiche, quindi – non avendo avuto alcuna comunicazione – abbiamo dovuto ricostruire la nuova situazione, e nel contempo confrontarci con i legittimi sfoghi dei colleghi e con le preoccupazioni delle redazioni anche per l'organizzazione del lavoro. E' evidente che c'è la piena condivisione da parte del Cdr delle iniziative volte a ottenere un miglioramento delle condizioni. In questi giorni, tra l'altro, in sede sindacale sono stati conclusi anche gli approfondimenti legali sulla vicenda ed è stata informata la Fnsi. Va ricordato che l'Azienda in passato ci ha formalmente opposto l'indisponibilità a qualunque confronto in materia, in quanto non saremmo titolati a rappresentare il lavoro non subordinato. E ci ha ribadito anche oggi a livello informale tale indisponibilità. Opposta è ovviamente la posizione del Sindacato e del resto molte aziende Fieg trattano normalmente tale materia con le rappresentanze sindacali.
Vanno peraltro chiarite alcune cose.
Il Cdr ha più volte denunciato ai tavoli di confronto con Direttore e Azienda tali situazioni retributive, anche laddove ai collaboratori sono affidati interi settori portanti di cronaca (nera, giudiziaria, bianca istituzionale), senza ovviamente ottenere il corrispettivo contrattuale previsto.
Immaginare, poi, che con 4 euro lordi “da 0 a 999 caratteri” e 8 euro lordi fino a 2000, comprensivi di spese (telefono, benzina, ecc.) si possa fornire un servizio giornalisticamente approfondito ci appare quanto meno singolare. Anche perchè il lavoro giornalistico può anche comportare un'intera giornata di impegno senza poi scrivere una riga.
Ancora una volta, peraltro, si rientra anche nel tema dell'organizzazione del lavoro redazionale, un problema “enorme”, come già denunciato dal Cdr. Il corretto utilizzo dei collaboratori, infatti, passa ovviamente sia attraverso una giusta ed equa retribuzione del lavoro svolto, sia attraverso un'organizzazione del lavoro “sostenibile” e compatibile con l'organico in essere. E' evidente, quindi, che non si può prescindere da questi punti specifici e che l'intera materia coinvolge pienamente e direttamente anche i vertici redazionali.
Quanto poi agli aspetti deontologici, ci rifacciamo alle prese di posizione dell'Ordine, sia a livello nazionale che regionale, anche in tema di responsabilità individuale e personale di ciascun singolo giornalista.
Come Cdr siamo impegnati a portare la materia su tutti i tavoli e, come già annunciato, sarà richiesto al Direttore un incontro sull'organizzazione del lavoro redazionale che ovviamente riguarderà anche la situazione dei collaboratori.
Cordiali saluti
IL COMITATO DI REDAZIONE
Del Gazzettino
Il comunicato dell’Associazione stampa polesana
L'associazione polesana della stampa esprime solidarietà ai precari del Gazzettino di Padova, in sciopero per contestare l'ennesimo taglio dei compensi già magri che l'editore vuole imporre: la protesta è una prima condivisibile risposta a questo atto inaccettabile.
Come articolazione provinciale del Sindacato dei giornalisti del Veneto intendiamo supportare, con ogni misura utile, anche nel nostro territorio percorsi di rivendicazione mirati a imporre una controtendenza e avviare un percorso virtuoso.
Si deve e si può, come dimostrano i risultati ottenuti dai collaboratori al Corriere del Veneto (aumento dei compensi, riconoscimento dei rimborsi) e all'Arena di Verona (rappresentanza dei collaboratori riconosciuta dall'azienda).
Un invito particolare viene rivolto ai redattori: non si rendano responsabili di pressioni per dividere il fronte di chi rivendica legittimamente i propri diritti. La solidarietà tra giornalisti è una regola deontologica fondamentale e chi la violasse, compirebbe un atto grave e formalmente censurabile dagli organismi di categoria.
Auspichiamo in questo senso, infine, una decisa presa di posizione da parte del Cdr: il sostegno ai collaboratori non è solo un obbligo morale, ma una logica necessità per salvaguardare il valore del nostro lavoro dentro e fuori dalle redazioni.
Si tratterebbe di un atto importante, perfettamente aderente alla giusta linea prospettata dalle Associazioni regionali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, dal coordinamento dei precari Re:Fusi, dalle prese di posizione assunte in queste ore dall'Ordine dei giornalisti ai livelli nazionale e regionale.
IL TESTO DELL'ORDINE DEL GIORNO VOTATO DAL CNOG:
"Messa alla porta non appena diventata professionista. Cacciata dopo due mesi di finte trattative, per far scattare la tagliola del ‘collegato lavoro’, prima del rinvio dei termini fissato dal mille proroghe, così che non ci fosse più alcuna rivendicazione da sostenere. E’ successo a fine febbraio a una giovane giornalista. Una precaria 2.0, di nuova generazione: cinque anni passati tra 100 euro al mese di collaborazioni e contratti a termine (articolo 36 invece di articolo 1 sia ben chiaro) in giro per l’Italia. Pensava di essere arrivata quando la sua azienda editoriale le ha proposto l’assunzione con un contratto di praticantato, ma la drammatica verità si è mostrata subito dopo l’esame. Neanche il tempo di festeggiare la promozione, perché l’azienda l’ha messa alla porta.
Questo è solo uno dei casi emblematici di quello che accade ai ‘diversamente occupati’. Ma di questi giorni sono anche la protesta dei collaboratori del Gazzettino di Padova (Gruppo Caltagirone), che hanno visto decurtati i propri compensi già indecorosamente bassi per decisione unilaterale dell’editore, lo sciopero dei giornalisti di Canale 10, testata storica toscana, che dopo aver passato molti mesi senza stipendio, hanno dovuto subire il ‘congelamento’ delle paghe dalla nuova proprietà, la chiusura senza preavviso del Corriere di Livorno, e il licenziamento di alcuni collaboratori dell'Ansa 'rei' per l'editore di aver fatto opposizione al collegato lavoro.
Una maggioranza silenziosa e poco tracciabile di colleghi pubblicisti e professionisti che non hanno alcuna garanzia per il loro futuro. Giovani giornalisti pagati pochi spiccioli ad articolo, nelle radio e nelle televisioni locali, ma anche da giornali ed emittenti medio grandi o nelle grandi tv generaliste. Colleghi che gli editori assumono facendo ‘forzature’ sul contratto di lavoro, imponendo di far firmare contratti ex articolo 12 o 36 invece di articoli 1 o 2. Assistiamo per esempio all’indegna imposizione di ‘vincoli produttivi’ a giornalisti assunti ex art 12 che non hanno giorno libero e sono costretti a lavorare sempre per raggiungere il numero di articoli che sono obbligati a scrivere per contratto (anche 100 al mese), o ad articoli 36 che lavorano come articoli 1 alla metà dello stipendio. Tutti con l’incognita del domani, aggravata dall’utilizzo indiscriminato di stagisti come forza lavoro in produzione. I tirocinanti sono lì per imparare, non per essere ingannati con la promessa di un contratto che poi non arriverà.
Di fronte a tutto questo l’Ordine non può restare a guardare; il richiamo ai doveri di una solidarietà autentica verso chi vive queste difficoltà deve portare alla presa di coscienza che non è morale rendersi complici degli editori contribuendo a tenere nel ghetto dell’estremo bisogno centinaia di giovani professionisti. Per questo il Consiglio Nazione invita il Presidente e l’Esecutivo ad assumere ogni iniziativa riterrà opportuna per sostenere in Parlamento la proposta di legge tendente a togliere tutte le sovvenzioni pubbliche, a vario titolo previsto, a chi non retribuisce equamente i giornalisti; Il Consiglio Nazionale chiede altresì di aprire una vertenza con gli editori perché siano fissati percorsi professionali trasparenti, e perché il contratto nazionale di lavoro non sia ‘piegato’ a mere esigenze speculative in danno del lavoratore".
SFRUTTAMENTO PRECARI: 'IL PRESIDENTE ZAIA CONVOCHI GLI EDITORI'
L'Ordine Veneto: 'Rispettare il dovere di colleganza'
VENEZIA, 1 aprile 2011 - Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, di fronte alla sempre più difficile situazione in cui si trova il mondo del giornalismo della regione, con particolare riferimento allo sfruttamento dei precari, retribuiti troppo spesso in maniera non rispettosa della dignità personale e professionale, invita il presidente della Regione, Luca Zaia, a convocare gli editori ad un tavolo per ristabilire il diritto sancito dall'articolo 36 della Costituzione, il quale stabilisce "che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”. In gioco ci sono correttezza e qualità dell'informazione, valore primario in una democrazia.
Auspica che il Sindacato dei giornalisti avvii tutte le necessarie azioni sindacali a sostegno dei giornalisti precari e a tutela del diritto ad una giusta retribuzione, attraverso una puntuale ricognizione della situazione di tutte le realtà editoriali della regione sul fronte delle retribuzioni, avviando le necessarie vertenze aziendali, assicurando sostegno e tutela a tutti i colleghi e, se necessario, rivolgendosi all'autorità giudiziaria sulla base di pareri di congruità dei compensi emessi dall'Ordine professionale.
Assiste con preoccupazione alle difficoltà che stanno vivendo in questi giorni i giornalisti che operano all’interno e all’esterno di alcune edizioni locali del Gazzettino, e ritiene utile ricordare ancora una volta uno dei principi fondanti della Legge professionale 69/1963, che all'art. 2 recita: «Giornalisti e editori sono tenuti a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori».
Una settimana fa, durante la sua relazione, in occasione dell'assemblea annuale, il presidente del Consiglio dell’Ordine del Veneto, ha fatto appello all’unità della categoria, affermando la necessità di rivendicare la centralità delle redazioni: «Non ci possiamo permettere di dividere - come purtroppo vorrebbe fare qualcuno - di mettere un collega contro l'altro, le redazioni contro i collaboratori o viceversa i freelance contro gli strutturati – ha dichiarato Gianluca Amadori - E' ora di dire basta, con determinazione, allo sfruttamento di questi colleghi, giovani e meno giovani, i cui compensi continuano ad essere ridotti - dopo anni e anni di attività professionale alle spalle e famiglie da mantenere - con effetti devastanti anche sotto il profilo della qualità dell'informazione. Direttori e colleghi che ricoprono incarichi al vertice delle testate giornalistiche non si rendano complici di questo indegno sfruttamento dei colleghi».
Parole che sono state richiamate anche dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti: martedì scorso il Cnog votato all’unanimità un ordine del giorno in cui chiede un intervento legislativo finalizzato ad escludere da contributi pubblici gli editori che sfruttano il lavoro giornalistico e parla di «Una maggioranza silenziosa e poco tracciabile di colleghi pubblicisti e professionisti che non hanno alcuna garanzia per il loro futuro. Giovani giornalisti pagati pochi spiccioli ad articolo. […] Di fronte a tutto questo l’Ordine non può restare a guardare; il richiamo ai doveri di una solidarietà autentica verso chi vive queste difficoltà deve portare alla presa di coscienza che non è morale rendersi complici degli editori contribuendo a tenere nel ghetto dell’estremo bisogno centinaia di giovani professionisti».
Corre l’obbligo, quindi, di ricordare, una volta di più a tutti i colleghi, che il rapporto fra giornalisti, sia strutturati che collaboratori - anche e soprattutto, durante uno stato di agitazione - deve improntarsi al dovere di colleganza. E che la violazione di tale obbligo, sottoposta all’attenzione del Consiglio, può avere natura disciplinare, in quanto si tratta di un dovere a tutela dei principi essenziali del giornalismo, una professione oggi più che mai chiamata ad affrontare con correttezza, rigore e con piena consapevolezza deontologica le proprie responsabilità per la vita democratica e il futuro del Paese
La Padovana: Un tavolo per i collaboratori del Gazzettino
L’Associazione della stampa padovana segue con attenzione la protesta dei collaboratori del Gazzettino partita dalla provincia di Padova. Dopo la decisione unilaterale dell'azienda di decurtare nuovamente i compensi, alcuni collaboratori hanno deciso in un primo momento di astenersi dal lavoro e ora di limitare il rapporto con il giornale.
Assostampa Padova auspica che il Gazzettino riveda la politica unilaterale dei tagli ai collaboratori, imprescindibile risorsa di ogni giornale.
Ricorda, come ha già fatto l'Ordine regionale, che nella legge professionale del 1963, uno dei principi fondanti è riassunto dall’articolo 2: «Giornalisti e editori sono tenuti a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti ed editori».
Si fa promotore di un tavolo di mediazione fra i giornalisti interni e i giornalisti collaboratori esterni dell’edizione di Padova per comporre eventuali strappi.
Ricorda che già quattro anni fa (dopo il questionario proposto ai collaboratori padovani che ha dato vita a numerose iniziative simili anche a livello regionale e nazionale) aveva denunciato una pericolosa tendenza al ribasso dei compensi ai collaboratori a fronte di sempre maggiori carichi di lavoro e richieste di totale disponibilità.
Rende noto che il direttivo del sindacato regionale ha dato mandato alle associazioni territoriali di organizzare un nuovo incontro che sarà fissato a breve con i giornalisti freelance per raccogliere testimonianze e spunti per future iniziative a tutela del lavoro autonomo e precario.
Il consiglio direttivo dell’Associazione provinciale della stampa padovana