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Editoria 13 Set 2013

Nuova Sardegna: dopo lo sciopero incontro in Regione Scambio di opinioni tra Cappellacci e l'ad Espresso Mondardini

“La pluralità dell’informazione è un valore di crescita della società e lo è a maggior ragione in una Regione come la Sardegna, che da sempre si batte per la tutela dei principi dell’autonomia e della specialità storico-culturale dell’isola”. L’ha sottolineato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nel corso di un incontro a Villa Devoto con l’Ad del Gruppo l’editoriale L’Espresso, Monica Mondardini, e Marco Moroni. Dg della Finegil, il gruppo dei giornali locali di cui fa parte la Nuova Sardegna. La decisione dell’Azienda di procedere all’incorporazione del quotidiano nella Finegil e l’annuncio del conseguente trasferimento della sede legale da Sassari a Roma sono al centro di una vertenza, sfociata in alcune giornate di sciopero.

“La pluralità dell’informazione è un valore di crescita della società e lo è a maggior ragione in una Regione come la Sardegna, che da sempre si batte per la tutela dei principi dell’autonomia e della specialità storico-culturale dell’isola”. L’ha sottolineato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nel corso di un incontro a Villa Devoto con l’Ad del Gruppo l’editoriale L’Espresso, Monica Mondardini, e Marco Moroni. Dg della Finegil, il gruppo dei giornali locali di cui fa parte la Nuova Sardegna. La decisione dell’Azienda di procedere all’incorporazione del quotidiano nella Finegil e l’annuncio del conseguente trasferimento della sede legale da Sassari a Roma sono al centro di una vertenza, sfociata in alcune giornate di sciopero.

“Siamo consapevoli del momento difficile che attraversa anche il settore dell’editoria e rispettiamo, ma non condividiamo le iniziative assunte dall’Azienda, invitandola perciò ad un’ulteriore riflessione – ha detto il presidente Cappellacci -. Un approfondimento ci sembra poi indispensabile per il piano di razionalizzazione dei costi, con ipotizzate riduzione dell’organico, in particolare nella redazione di Cagliari. In questo senso vanno salvaguardati non solo i diritti fissati dai contratti ma anche gli aspetti sociali che comporterebbe un trasferimento per il lavoratore e la sua famiglia. Senza trascurare i riflessi  che potrebbe derivarne sul piano informativo. Mai come in questo momento, in cui il Paese fatica ad uscire dalla crisi, c’è bisogno di mass media capaci di accompagnare la società in una ripresa che non può essere solo economica, ma anche sociale, morale e culturale”. L’AD Mondardini ha, dal canto suo, spiegato che la procedura di incorporazione rientra “nel processo di consolidamento di un nuovo modello di gestione dei giornali locali del Gruppo l’Espresso basato: da un lato, sul massimo radicamento territoriale delle redazioni e dei contenuti giornalistici da queste prodotti;  dall’altro sull’accentramento delle funzioni amministrative, industriali e di sviluppo tecnologico”. “Il gruppo, consapevole della propria responsabilità sociale e del ruolo viepiù importante dell’informazione in un contesto di crisi economica e di complessità politico-istituzionale, ribadisce l’impegno – ha concluso l'Amministratore delegato – per un’informazione corretta e pluralista ad opera della Nuova Sardegna, nel rispetto dei valori e degli interessi dell’autonomia regionale, in coerenza con l’obiettivo di sostenere la crescita sociale, culturale e economica della Sardegna”. (GG) 10 settembre 2013

Nella prossima settimana la Fnsi si ritroverà in Fieg con il cdr e l'Associazione di Stampa Sarda per continuare il percorso di salvaguardia dell'autonomia della redazione e dei posti di lavoro 

 

 

NUOVA SARDEGNA, INTERROGAZIONE DELL’ON. CAPELLI SU FUSIONE CON FINEGIL A LETTA
“GOVERNO VALUTI L’OPERAZIONE, SE L’ISOLA PERDE TUTTI GLI ASSET STRATEGICI NON CI SARA’ RIPRESA”

“La fusione per incorporazione del giornale La Nuova Sardegna nel gruppo Finegil -L’Espresso con conseguente trasferimento della sede a Roma e perdita dell’autonomia societaria e amministrativa del quotidiano isolano passa all’attenzione del Governo e del Parlamento. A sollevare il caso è il deputato del Centro Democratico Roberto Capelli, che ha depositato oggi alla Camera un’interrogazione alla presidenza del Consiglio dei Ministri, che detiene la delega per l’editoria. E nelle prossime ore la stessa interrogazione verrà presentata anche a Palazzo Madama dal senatore Luciano Uras di Sel. “La crisi economica – afferma Capelli - continua a colpire la Sardegna assai più duramente che il resto d’Italia. E dopo il passaggio del Banco di Sardegna alla Popolare dell’Emilia Romagna, dopo il disimpegno della compagnia aerea Meridiana, che si è subito tradotto nel dramma di 1500 nuovi cassintegrati sull’Isola, ora ci apprestiamo a perdere anche l’autonomia di un quotidiano con una storia di oltre 130 anni, e che pur avendo ricevuto molto dall’attuale proprietà del gruppo L’Espresso, in 33 anni ha dato moltissimo allo stesso gruppo, con i suoi bilanci e con l’attenzione che i cittadini, le imprese e la Regione Sardegna hanno sempre dedicato alla Nuova. Non vorrei che la fusione con le altre testate locali del gruppo, in una stagione durissima per il settore della carta stampata, minasse le solide fondamenta del quotidiano e ne mettesse a repentaglio, tra l’altro, anche i livelli occupazionali. Per questo – conclude - oltre a manifestare la mia piena solidarietà ai giornalisti e ai dipendenti della Nuova da due mesi in stato di agitazione sindacale, ho chiesto al Governo di esaminare ogni aspetto della fusione e di cominciare a dimostrare con i fatti che anche la Sardegna merita di agganciare la ripresa economica, se ripresa ci sarà per l’Italia”. 13 settembre 2013

NUOVA SARDEGNA: "ENNESIMA CHIUSURA DELL'AZIENDA AL CDR"
IMMEDIATO SCIOPERO PER RIPRISTINARE GLI ORGANICI IN REDAZIONE

Sabato scorso, 7 settembre, il quotidiano La Nuova Sardegna di Sassari non era in edicola a causa di un improvviso sciopero proclamato dall'assemblea dei redattori. "Una decisione dolorosa ma necessaria - ha spiegato il Cdr in una nota - assunta in seguito all'ennesima chiusura da parte dell'azienda nei confronti del Comitato di redazione. L'azienda giovedì sera si è rifiutata di accogliere la richiesta di ripristinare i numeri corretti dell'organico redazionale. La preoccupazione è forte, l'auspicio è che al più presto siano ristabilite corrette relazioni sindacali". Il Cdr ha anche stigmatizzato che "l'azienda ha deciso in maniera unilaterale di procedere all'incorporazione dell'editoriale Nuova Sardegna all'interno della società Finegil". Sulla vicenda sindacale è intervenuta anche l'Associazione Stampa Sarda secondo la quale "l'atteggiamento della società editrice appare inspiegabile. La mancanza di disponibilità a discutere il ripristino degli organici in un momento di grande impegno redazionale in difesa del prestigio e della diffusione della testata è un grave errore. Anche perché è in atto un serio confronto con il sindacato sulla decisione di trasferire da Sassari a Roma la sede legale della società". La Fnsi è al fianco dei colleghi per sostenere le rivendicazioni del cdr per il rispetto del contratto e dei patti integrativi. Il Sindacato sarà vicino alla redazione e all'Associazione stampa sarda in tutti i momenti di questa intricata vertenza. 10 settembre 2013

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