''Regole soddisfacenti per i media tradizionali, mentre campo aperto nella discussione su quelle da dare ai nuovi media''. E' l'opinione del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che sintetizza il dibattito che si e' svolto oggi in occasione della presentazione della seconda e rinnovata edizione del volume del componente del garante Mauro Paissan, ''Privacy e giornalismo. Diritto di cronaca e diritti dei cittadini''
''La sfida dei prossimi anni - ha aggiunto Gentiloni - sara' la difficolta' di affrontare in modo ragionevole questa questione, che non si puo' ignorare in nome della sacrosanta liberta' della rete''. Ha ricordato quindi il ministro che ''l'Italia ad esempio e' rimasta insoddisfatta nell'ultimo consiglio dei ministri Ue sulla seconda direttiva Tv senza frontiere, perche' secondo la linea del governo britannico e' stato deciso di togliere Internet dal raggio dei nuovi media a cui si applica: ''La proposta italiana e francese era di tipo costituzionale, che ad esempio diceva no all'incitamento razziale'', ha spiegato. Ha poi annunciato a breve ''un decreto ministeriale frutto di tre mesi di discussione con i service provider che si sono impegnati a disattivare i siti nei casi di denunce da parte dell'autorita' di attivita' pedopornografica''. Lo scenario in cui si muove l'informazione e' quello descritto dal direttore del Tg1 Gianni Riotta, secondo il quale ''sta nascendo uno scontro tra la societa' civile che avanza in questa nuova sfera dei media e le regole del giornalismo. Cosi' ad esempio mentre qualunque immagine circola su internet, in tv non potete far vedere un bambino che gioca a pallone con il padre mentre si puo' far vedere un bambino bruciato vivo in Iraq''. Rileva Riotta che ''in rete c'e' tutto e abbiamo a disposizione tutto, siamo un'epoca in diretta ma poi molto non si puo' mettere in onda. E' ovvio che ci debbano essere le regole ma non sono tutto, mentre e' fondamentale il diffondersi del rispetto della privacy''. Da Vittorio Roidi, segretario dell'Ordine dei giornalisti, e' venuta la sottolineatura delle difficolta' ''che i cronisti hanno avuto in questi anni a fare il loro mestiere, ed e' avvenuto che in molti si sono fatti schermo della legge della privacy per non dare le notizie''. Insomma, criticando anche il Ddl Mastella sulle intercettazioni, Roidi ha spiegato che ''nel nostro paese dobbiamo avere giornalisti corretti ma soprattutto giornalisti liberi''. Secondo Stefano Rodota', ''bisogna fare il tentativo di sistemare una materia incandescente e mobile a cui guardare con attenzione''. A suo avviso ''dal punto di vista delle leggi la polemica e' aperta. Serve una costituzione per garantire i diritti, ma non si devono trasportare in Internet regole create per i giornali. Per la rete si può ipotizzare un apparato concettuale adeguato alla mobilità di quello che abbiamo di fronte". Uno scenario in continuo movimento che Mauro Paissan, componente del Garante, ha cercato di fermare raccontando una serie di casi. "Il libro racconta storie tratte da fatti di cronaca, con persone che si sono rivolte al Garante" ha speigato Paissan. "La prima materia che rappresenta una novità rispetto alla prima edizione - aggiunge l'autore è la pubblicazione delle intercettazioni. Il secondo tema nuovo è la problematica posta da Internet e dai motori di ricerca in particolare, con oscillazioni tra chi concepisce la rete in modo anarchico e chi vorrebbe un controllo preventivo". E questo rimane il modo, da affrontare probabilmente nel prossimo volume: (ANSA)