«La Rai non ha bisogno di piani di riforma buttati giù di fretta». Fnsi e Usigrai rispondono così alle ultime esternazioni dei dirigenti dell’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e spiegano: «In questi 18 mesi, il vertice ha prodotto fallimenti tv, ignorato la radio, azzerato l'informazione sul web, violato regole facendosi sanzionare da Autorità e giudici».
Il risultato, incalzano Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti e Vittorio Di Trapani, è «nel fango e nella delegittimazione della Rai che oggi è palese leggendo i giornali. Questo vertice ha gettato addosso alla Rai l'immagine di un corpaccione irriformabile. Ancora una volta le responsabilità dei manager ricadono sui lavoratori».
E secondo i vertici di Fnsi e Usigrai, «dopo un fallimento tale, deve essere il vertice ad assumersi le proprie responsabilità e trarne le conseguenze davanti all'azionista, come accadrebbe in qualsiasi altra azienda. Azionista e Vigilanza non possono consentire che una guerra interna metta a rischio il futuro del Servizio Pubblico. La Rai deve essere salvata e rilanciata».
L'unico modo per farlo, concludono quindi segretario e presidente della Fnsi e segretario dell’Usigrai, «è ripartire dalle fondamenta: una Concessione che rimetta al centro questo patrimonio nazionale, risorse certe e di lunga durata per innovare, una missione nuova definita con governo e vigilanza, e quindi un piano industriale e un piano editoriale, con un vertice in grado di definirli e attuarli».