Il comitato di redazione della Tgr di Napoli rivendica "con forza la centralità dell'informazione campana nel panorama nazionale, e apre una 'Vertenza Mezzogiorno', da considerare prioritaria nelle scelte strategiche del servizio pubblico". La rivendicazione è stata ribadita nel corso di una conferenza stampa congiunta con l'Assostampa, all'indomani della cancellazione della terza edizione dei Tg Regionali e della rubrica 'Neapolis', realizzata in piena autonomia dalla redazione di Napoli.
I tagli sono stati ufficializzati il 10 giugno dal cda di Viale Mazzini, in sede di approvazione dei palinsesti autunnali. Il comitato di redazione, su mandato dell'assemblea dei redattori della Tgr campana, ricordando di aver già avviato le procedure per il primo di 5 giorni di sciopero, invita sin d'ora i rappresentati istituzionali e della società civile "a sostenere con
forza questa vertenza, anche in tutti i futuri momenti di confronto che il sindacato metterà in campo nei prossimi giorni. La doppia gravissima decisione del Cda da un lato mortifica l'informazione regionale (creando un buco di circa 12 ore, in una fascia oraria particolarmente delicata, che vede la Redazione in prima linea sui fatti di rilievo nazionale), dall'altro cancella con un tratto di penna una storia di 11 anni ('Neapolis') durante i quali Napoli ha fatto scuola nel campo delle tematiche legate alle nuove tecnologie".
"Negli ultimi due anni - si sottolinea - la redazione è stata fortemente impegnata nello sviluppo dei nuovi programmi informativi del mattino, di grande interesse per l'azienda e per il pubblico: 'Buongiorno Regione' e 'Buongiorno Italia'.
I giornalisti hanno accettato la sfida con entusiasmo, dimostrando una professionalità riconosciuta dai dati di ascolto. L'ennesima dimostrazione di quella capacità che da 30 anni pone Napoli tra gli attori protagonisti nel panorama informativo del servizio pubblico. Le scelte dell'azienda sembrano invece andare, decisamente e incomprensibilmente, in una direzione opposta". "In uno scenario in cui la Rai sta vivendo un processo di profonda trasformazione (13 canali digitali e nuovi investimenti), la redazione, quindi, guarda con sfiducia una strategia aziendale evidentemente orientata a destinare la gran parte dei suoi investimenti al Nord. Per tutte queste considerazioni - conclude il Cdr - non è possibile giustificare l'assenza delle istituzioni locali, perché una Campania indebolita nel suo motore culturale e informativo è una Regione più povera. Per tutti".