«L'assassinio del numero due del nuovo sindacato dei giornalisti iracheni, Mohammad Aroun, suscita nuovo dolore e profonda inquietudine in tutti gli uomini di pace e colpisce ancora una volta le espressioni di una stampa che vuole svolgere il proprio ruolo come fondamento di democrazia e libertà».
«L'assassinio del numero due del nuovo sindacato dei giornalisti iracheni, Mohammad Aroun, suscita nuovo dolore e profonda inquietudine in tutti gli uomini di pace e colpisce ancora una volta le espressioni di una stampa che vuole svolgere il proprio ruolo come fondamento di democrazia e libertà». È quanto ha dichiarato in una nota il presidente della federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, nel commentare la situazione in Iraq. Siddi ha sottolineato inoltre che i faticosi sforzi del popolo iracheno di costruire le basi democratiche della convivenza e di liberare le energie espressive delle idee e delle voci plurali, che animano la società, hanno subito un pesante colpo. «Paga con la vita - ha aggiunto Siddi- ancora una volta, un giornalista, paga con la vita un collega impegnato nel difficile lavoro di riorganizzazione del sindacato dei giornalisti attraverso un processo di coraggiosa azione di collegamento e unificazione delle tre principali rappresentanze sindacali dei giornalisti iracheni». Queste aggressioni alla vita dei giornalisti, per il presidente, sono diventate intollerabili: con la notizia di oggi della morte certa di un giornalista francese, Fred Nerac, del quale non si avevano più tracce dal giorno del suo sequestro, il 22 marzo 2003, sono 69 i giornalisti caduti nel teatro del terrore iracheno. «Va promossa- ha affermato Siddi- però ulteriormente la cultura della pace, del rispetto delle funzioni e degli operatori dell'informazione libera». Va rafforzato, secondo quanto ha aggiunto il presidente, il diritto internazionale per la sicurezza dei giornalisti e perchè ogni attacco mortale alla loro vita e alla loro attività sia considerato crimine perseguibile ovunque, in quanto crimine contro i diritti universali dell'uomo. I giornalisti della Fnsi esprimono tutta la solidarietà ai giornalisti del nuovo sindacato iracheno e fanno sapere di essere uniti nell'appello per la liberazione immediata di Rory Carroll, l'inviato del Guardian di Londra sequestrato ieri a Bagdad. «I giornalisti liberi e indipendenti - ha concluso il presidente Siddi - non sono fazioni nè strumenti della guerra: i loro occhi e la loro penna sono organi e strumenti di conoscenza, di libertà e di pace». (Adnkronos)