«Il Comune di Mezzolombardo non tiene conto dell'articolo 36 della Costituzione Italiana, che sancisce il diritto per ogni lavoratore ad una retribuzione proporzionata a quantità e qualità del suo lavoro sufficiente ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa». Lo denunciano il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige e l'Ordine regionale dei giornalisti, che chiedono il ritiro del bando per un giornalista retribuito 450 euro lordi al mese più Iva.
«L'amministrazione comunale – spiegano Assostampa e Ordine – ha approvato una selezione che scade lunedì 11 gennaio per un addetto stampa prevedendo un compenso inadeguato rispetto all'incarico e alle mansioni richieste. Il Sindacato regionale e l'Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige ritengono inaccettabile che un'amministrazione pubblica offra 5.400 euro lordi all'anno oltre all'Iva per la direzione del bollettino comunale, la gestione dei rapporti istituzionali con gli organi di informazione e l'organizzazione di conferenze stampa, la raccolta di informazioni relativa all'attività amministrativa e la rassegna stampa quotidiana (comprensiva del monitoraggio e aggiornamento dei social network istituzionali) ed il controllo continuo dell'Albo della Provincia Autonoma di Trento e della Comunità Rotaliana Koenisberg in relazione a provvedimenti di interesse per l'amministrazione».
L'attività richiesta dal Comune, incalzano i rappresentanti regionali dei giornalisti, «oltre a gettare un'ombra sulla capacità amministrativa dell'ente (dato che alcune mansioni sconfinano nella segreteria comunale), rappresenta uno svilimento della professione giornalistica e della dignità del lavoratore, ma anche uno sfregio dei principi fondanti della Repubblica Italiana, che al primo rigo della Carta Costituente ricorda che "la Repubblica è fondata sul lavoro". Si chiede pertanto all'amministrazione comunale di Mezzolombardo – concludono Assostampa e Odg – di ritirare immediatamente il bando in questione e si invitano i colleghi a disertare il bando medesimo che non rispetta i minimi principi costituzionali».