Tornano in libertà Can Dundar e Erdem Gul, i due giornalisti (direttore e responsabile della sede di Ankara) del quotidiano di opposizione al regime turco Cumhuriyet finiti in carcere 3 mesi fa per un articolo in cui rivelarono la vicenda del camion dell'intelligence turca fermato con un carico di armi mentre era in procinto di attraversare la frontiera con la Siria. In loro favore si è espressa la Corte Costituzionale turca che ha stabilito che il carcere preventivo ledeva i loro diritti tanto personali che di espressione.
Can Dundar e Erdem Gul, i due noti giornalisti turchi in
prigione da 92 giorni per un articolo scritto sul presunto invio di armi irregolari
in Siria, sono stati rimessi in libertà. In loro favore si era espressa la
Corte Costituzionale turca, che aveva definito la loro detenzione illegale
stabilendo che il carcere preventivo ledeva i loro diritti tanto personali che
di espressione.
Can Dundar e Erdem Gul sono stati liberati all'alba, ora locale, dal carcere di
alta sicurezza di Silivri, vicino ad Istanbul, dove ad attenderli c’erano
decine di giornalisti, attivisti, familiari e politici del Partito repubblicano
popolare.
Dundar, direttore responsabile, e Gul, responsabile della sede di Ankara del
quotidiano di opposizione Cumhuriyet, erano stati arrestati il 27 novembre
scorso per presunti atti di spionaggio, cospirazione contro le autorità e
collaborazione con il terrorismo, reati per cui la procura chiedeva
l'ergastolo.
"Scusateci per avervi fatto attendere così a lungo - ha detto Dundar –.
Sapete, il 26 febbraio è il compleanno del presidente Erdogan e siamo contenti
di festeggiarlo con questa scarcerazione, volevamo fargli un regalo".
Il direttore di Cumhuriyet ha quindi definito "storica" la sentenza
della Corte costituzionale, per i suoi risvolti sulla libertà di espressione in
Turchia. "Continueremo a difenderci - ha detto - a voce ancora più
alta".
L’arresto dei due giornalisti, a seguito dell’articolo con cui rivelarono la
vicenda del camion dell'intelligence turca fermato con un carico di armi mentre
era in procinto di attraversare la frontiera con la Siria, ha scatenato un'ondata
di proteste in Turchia e all'estero.
Foto: bianet.org