Sayed Perwiz Kambakhsh è finalmente libero. Dopo quasi due anni trascorsi in carcere da innocente, il presidente Hamid Karzai gli ha concesso la grazia.
L’Unione Cronisti, che gli ha assegnato nel marzo 2008 l’Internationl Award Reporter of the Year a Viareggio ritirato dal fratello Sayed Yaqub Ibrahimi, e ha ripetutamente sollecitato le autorità afgane, italiane e internazionali a ottenere il suo rilascio, ringrazia quanti si sono adoperati per la liberazione e in particolare il presidente Karzai.
La liberazione di Sayed Perwez dimostra l’importanza della pressione internazionale svolta in molti Paesi e molti modi per sostenere anche in Afghanistan il valore della libertà di stampa. Sayed infatti era stato condannato a morteper blasfemia da un tribunale islamico diMaza-i-Sharif il 22 gennaio del 2008. La sua colpa era quella di aver scaricato da Internet, nell’ottobre precedente,un articolo di un sito iraniano sui diritti delle donne e l’Islam.Il processo si era svolto nel giro di poche ore e senza che Sayed Perwez fosse assistito da un avvocato.L’intervento di associazioni di giornalisti di tutto il mondo e di numerosi governi, in primo luogo quello Usa conil segretario di Stato CondoleezaRice, aveva ottenuto il trasferimento del giovane giornalista a Kabul. Alla fine del 2008 il processo di appello ha modificato la condanna a morte in quella di 20 anni di carcere. Sentenza confermata, lo scorso marzo dalla Corte Suprema Afgana.Perché Sayed Perwez potesse tornare libero rimaneva, quindi, solamente la grazia. Su questo obiettivo si è concentrata l’azione dell’Unci che ha rivolto appelli diretti a Karzai e ha chiesto a tutte le autorità italiane e al Presidente di turno della EU di intervenire.
A liberazione avvenuta, l’Unci ringrazia tutti quelli che si sono adoperati per il rilascio del giovane collega e per riconoscere che la libertà di stampa è un valore anchedove le ragioni della sua affermazione incontrano difficoltà molto gravi.