Firmata la cassa integrazione per i giornalisti dell’agenzia “Il Velino”. Ma «l’editore discrimina i giornalisti distinguendo la platea dei colleghi: per 16 di loro la cassa sarà al cinquanta per cento, per altri nove, graduati, la scelta è la cassa a zero ore», denuncia il segretario di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, che poi rilancia: «Riproponiamo il tema del riordino del settore delle agenzie di stampa».
«Altri cinque mesi di agonia per il velino. La cassa
integrazione avviata ieri in Regione segna l'ennesima tappa del calvario
dell'agenzia di stampa. Con una serie di ricorsi ai magistrati amministravi
avviati e senza dunque i soldi della Presidenza del Consiglio il Velino
trasforma e potenzia la Cassa integrazione, distinguendo la platea dei
colleghi: per 16 di loro la cassa sarà al cinquanta per cento; per altri nove,
graduati, la scelta è la cassa a zero ore». Così il segretario di Stampa
Romana, Lazzaro Pappagallo, commenta gli ultimi sviluppi della tormentata
vicenda che da mesi vede protagonisti – loro malgrado – i lavoratori
dell’agenzia di stampa.
«Stampa Romana ha contestato radicalmente, per l'ennesima volta, le scelte
dell'editore/direttore Luca Simoni. Senza
riaprire le ferite scatenate da una guerra insensata con Luca Lotti e restando
solo sulla cassa integrazione – prosegue Pappagallo – , non capiamo la ratio
che divide la platea dei colleghi, non capiamo dove siano finiti alcuni attivi
di bilancio, non capiamo la consistenza di una struttura editoriale con la
quale un direttore in trasferta semipermanente negli Stati Uniti organizza il
lavoro di 16 colleghi, tutti redattori, non capiamo (o meglio, capiamo
benissimo) perché i tre membri del comitato di redazione siano relegati tra i
cassaintegrati a zero ore, mentre si discute in tribunale di un comportamento
antisindacale».
Poi il segretario del sindacato regionale rilancia, passando dal caso specifico
al sistema generale delle convenzioni tra governo e agenzie di stampa: «Rifiutando
queste "logiche" aziendali, riproponiamo il tema del riordino del
settore delle agenzie di stampa. Non abbiamo una lista ufficiale delle ati (associazioni
temporanea di imprese, ndr) tra le aziende, premessa per le fusioni del
prossimo anno. Non sappiamo se il meccanismo sia congelato per i ricorsi del
Velino. Sappiamo solo che le convenzioni hanno una durata di sei mesi. Un arco di
vita che può non bastare ad assicurare sane gestioni aziendali e la
conservazione di tutti i posti di lavoro, antica premessa e promessa della
Presidenza del Consiglio».