Giornalisti di Askanews in sciopero dalle 7 di venerdì 18 ottobre alle 7 di sabato 19 ottobre 2024. La giornata di astensione dal lavoro, prima di un pacchetto di 5 affidato al Cdr, è stata indetta per protestare «contro l'ennesimo taglio al costo del lavoro». Al fianco dei lavoratori la Federazione nazionale della Stampa italiana, i colleghi dei Comitati di redazione delle agenzie di stampa, rappresentanti delle forze politiche e delle istituzioni.
«Non ci può essere qualità dell'informazione professionale senza adeguati livelli retributivi», è la presa di posizione della Fnsi. «La successione degli stati di crisi e degli ammortizzatori sociali - incalza il sindacato - ha convinto le aziende, tutte, che il costo del lavoro possa ridursi di almeno un quarto. Una convinzione che secondo la Fnsi sta portando il settore dell'informazione, a cominciare dalle agenzie, in una situazione di incredibile precarietà».
Anche il coordinamento dei Cdr delle agenzie di stampa italiane esprime «solidarietà alla redazione di Askanews, oggi in sciopero per protestare contro l'irricevibile richiesta aziendale di ulteriori tagli al costo del lavoro. Ci uniamo alla richiesta di chiarezza sugli sviluppi futuri avanzata dai colleghi, che hanno proclamato lo stato di agitazione e un primo giorno di sciopero. La tutela di adeguati livelli salariali e occupazionali - rilevano i componenti dei Comitati di redazione - è condizione irrinunciabile per garantire la dignità e la qualità del lavoro».
Intanto, «a fronte della richiesta aziendale di tagli al costo del lavoro giornalistico presentata al Cdr», il Dipartimento per l'informazione e l'editoria di Palazzo Chigi, attraverso il sottosegretario Alberto Barachini, fa sapere di aver chiesto «elementi di approfondimento» all'editore di Askanews per verificare «la congruità degli interventi annunciati» con le norme varate con la riforma che istituisce l'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale.
«Vigiliamo e vigileremo sul rispetto dei parametri richiesti dalle norme in assenza dei quali verrebbero a mancare i presupposti del contratto con la Presidenza del Consiglio», ammonisce Barachini.