Il sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani spegne 100 candeline sulla torta del primo contratto nazionale collettivo di lavoro, datato 1911. Veniamo da lontano, abbiamo superato passaggi difficili, siamo solidi e affidabili. Oggi, quindi, possiamo sostenere la sfida del cambiamento e porci all’altezza dei traguardi che anche la trasformazione dell’editoria ci impone.
Se non cambiamo saranno le circostanze a presentarci il conto.
Il Coordinamento delle associazioni regionali di stampa per un sindacato di servizio (Capss) nutre l’ambizione – che confida sia condivisa – di potere onorare il mandato che i giornalisti italiani hanno affidato al loro sindacato: cambiare la Fnsi adeguandola ad un settore e ad un mercato del lavoro che è cambiato e sta cambiando.
Il programma con il quale le delegazioni del Coordinamento si sono presentate alle assise congressuali rappresentava questa esigenza. Tale programma è uscito confermato dalle determinazioni dell’assemblea congressuale che ha affidato al gruppo dirigente della Fnsi il compito di tutelare i legittimi interessi dei giornalisti che lavorano tutelati dal contratto e di lavorare per realizzare le condizioni – normative, economiche e previdenziali - affinché anche i giornalisti precari, parasubordinati e autonomi vedano un sensibile miglioramento delle loro condizioni. Una ricomposizione delle forze del lavoro giornalistico passa anche attraverso una diversa – più efficiente ed efficace - organizzazione del sindacato. E’ tempo di passare dalle parole, dagli impegni programmatici alle scelte e ai fatti.
Scelte sulle quali nel corso degli anni abbiamo avvertito maturare consapevolezze e consensi che ci spingono a confidare che il cambiamento – sempre difficile – potrà comunque essere governato senza lacerare quella maggioranza che ne è stata il motore ed oggi deve esserne la regista e l’interprete. Ma siamo convinti che l’esigenza di un “nuovo corso” del Sindacato sia sentita oltre gli schieramenti.
Le associazioni regionali di stampa
La natura federale del sindacato dei giornalisti – una felice intuizione del passato che oggi trova nel riassetto federalista del Paese nuove ragioni e missioni – deve essere valorizzata. Occorre potenziare i servizi a disposizione degli iscritti e dei Cdr. Le piccole associazioni – in difficoltà per un costante aumento dei costi fissi di struttura che non può essere compensato da un aumento delle entrate – devono potere contare su trasferimenti certi dalla Fnsi vincolati al mantenimento e potenziamento dei servizi agli iscritti.
Il centro studi e servizi
A livello centrale, una più matura interlocuzione con le controparti naturali, il governo, i gruppi parlamentari e le altre organizzazioni sindacali, suggerisce la necessità di costituire un centro studi-servizi che assista adeguatamente gli organismi dirigenti e, a cascata, le associazioni territoriali. E che sia punto di riferimento, centro di consulenza (e formazione) , per la complessità del lavoro sindacale, tanto più indispensabile ora che la Fnsi affronta nuovi fronti di intervento.
La Commissione nazionale del lavoro autonomo
Va raccolto e consolidato, con deleghe forti e risorse certe, il forte segnale di innovazione della pratica sindacale che la Fnsi ha messo in campo con l’istituzione statutaria delle Commissioni nazionale e regionali del lavoro autonomo, elettive e articolate regionalmente, e che il Congresso di Bergamo ha approvato per acclamazione, e rilanciato. L’elezione ai vertici della Fnsi e delle Associazioni regionali di stampa di colleghe e colleghi “freelance” è la logica conseguenza di un processo in atto, un valore aggiunto per il sindacato che va riconosciuto e consolidato nella prassi sindacale.
I dipartimenti, il lavoro sindacale
Oggi ad una struttura federale che assicura – proficuamente – la piena autonomia dell’iniziativa delle Associazioni regionali di stampa corrisponde una struttura centrale nella quale i processi sono rigidi e, di conseguenza, lenti. Una maggiore autonomia da parte di dipartimenti, commissioni e gruppi di lavoro, secondo criteri di priorità, ampia delega, e risorse certe – nel solco di un programma condiviso dal gruppo dirigente della Fnsi – potrebbe ovviare a un problema non più rinviabile.
Il fattore tempo
Il cambiamento può essere governato, imposto da fattori esterni, necessitato da una rottura di precedenti equilibri. Noi crediamo sia opportuno e possibile governare il cambiamento. Ma il tempo delle scelte è adesso.
Il Coordinamento delle Associazioni regionali di stampa per un sindacato di servizio
Maggio 2011