«L'assemblea dei redattori dell'Ansa ribadisce che il ricorso agli ammortizzatori sociali comprometterebbe gravemente la capacità dell'agenzia di assolvere al compito di garantire il flusso di notizie indispensabile per il sistema informativo nazionale. Il rischio è ancora più grave oggi rispetto al passato, se si considerano la situazione di emergenza che sta vivendo il Paese e l'importanza, sempre maggiore, di una corretta informazione per i cittadini». È quanto si legge in un comunicato sindacale dei giornalisti dell'agenzia di stampa.
«I vertici aziendali – incalza l'assemblea – proseguono lungo la strada degli ammortizzatori sociali nonostante il tentativo di mediazione portato avanti dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria Andrea Martella e la disponibilità al confronto manifestata dalla rappresentanza sindacale dei redattori dell'agenzia».
Visto lo stallo in cui si trova la vertenza, «i giornalisti dell'Ansa – aggiungono i redattori – rivolgono un appello al Parlamento perché, coerentemente con le manifestazioni di solidarietà espresse nel corso della vertenza, approvi le misure necessarie, già previste da diversi emendamenti all'esame delle commissioni della Camera, per garantire che l'informazione primaria superi le difficoltà finanziarie del 2020 determinate dalla emergenza sanitaria. Siamo consapevoli che è più che mai necessario un intervento organico per le agenzie di stampa: un settore particolare e delicatissimo dell'informazione».
La redazione dell'Ansa, prosegue la nota, «auspica infine che il governo, sebbene impegnato ad affrontare una crisi globale senza precedenti, riesca a riportare la proprietà dell'agenzia al tavolo negoziale e a trovare una soluzione alla vertenza che garantisca l'efficienza dell'agenzia nei prossimi mesi e ponga le basi per un'inversione di tendenza dopo il declino degli ultimi anni. Aiutare e sostenere l'Ansa – conclude l'assemblea – significa aiutare e sostenere i suoi giornalisti che continuano tra mille difficoltà a fare il loro lavoro e non i soci di una cooperativa il cui assetto mostra sempre di più di non essere al passo con i tempi».