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Associazioni 03 Mag 2016

Ciociaria, 8 mesi di stipendio arretrati per i dipendenti de "La provincia": l'appello di Stampa Romana

Otto mesi di stipendio arretrati. Questa la situazione che si trovano ad affrontare i dipendenti del giornale ciociaro "La provincia quotidiano". Nonostante la cooperativa che edita la pubblicazione percepisca finanziamenti pubblici. «Il lavoro va retribuito - protesta Stampa Romana - non solo per una forma di rispetto nei confronti dei dipendenti o per il valore legale dei contratti di lavoro. L'Associazione è pronta al confronto a patto che le regole siano condivise e i diritti rispettati».

«Ci sono nell'editoria obblighi nei confronti dei lettori, obblighi nei confronti dei dipendenti, obblighi nei confronti della legge. I lettori hanno il diritto di trovare un prodotto eccellente che li informi, che scovi notizie, che dia luce alle piccole e grandi storie che animano la Ciociaria, uno dei territori in cui sono più profondi i morsi della crisi del nostro sistema produttivo e industriale. “La Provincia quotidiano” lo ha fatto in modo efficace nel primo anno di vita. I lettori hanno sempre trovato quotidianamente una informazione locale degna di questo nome, frutto del lavoro e dell'impegno di tutta la redazione. Poco o nulla sanno di quanto hanno dovuto soffrire e soffrono i colleghi giornalisti e poligrafici che confezionano il quotidiano». Così il segretario dell’Associazione stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, commenta le difficoltà che stanno vivendo i lavoratori del giornale ciociaro.
«Salvo il primo mese di vita – spiega Pappagallo – hanno dovuto accontentarsi mese per mese, non del saldo dell'intero stipendio ma di acconti. Sommando tutti gli acconti, oggi nelle loro tasche mancano otto mensilità. Una situazione paradossale con una cooperativa, la Calliope, che tentenna, barcolla, promette stipendi e/o acconti che poi puntualmente non onora. Una situazione paradossale perché il tessitore del destino della “Provincia quotidiano” e della Calliope si chiama Alessandro Casinelli, presidente della Federlazio locale, imprenditore di tutto rispetto con il core business nella sanità. Non deve sfuggire alla cooperativa e a Casinelli che un modo per onorare il lavoro è retribuirlo. Non solo per una forma di rispetto nei confronti dei dipendenti, per il valore legale dei contratti di lavoro ma anche perché il giornale è finanziato da soldi pubblici».
E se da lato «possiamo comprendere le difficoltà contingenti legati anche ad avvicendamenti dolorosi nella vita del giornale e della cooperativa – prosegue la nota del sindacato regionale – non possiamo accettare e tollerare che le difficoltà diventino comportamenti strutturali e illegali».
Stampa Romana si dice quindi «pronta al confronto a patto che le regole siano condivise, i diritti, compreso quello di scioperare garantito dalla Costituzione, siano rispettati e non compressi e i sacrifici equamente distribuiti e non scaricati sulla pelle e nelle tasche dei lavoratori».

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