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Vertenze 31 Lug 2012

Collega licenziato in tronco per presunta "giusta causa"

“La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Stampa del Friuli Venezia Giulia denunciano la gravità e l’enormità di un licenziamento in tronco, per presunta “giusta causa” di un giornalista del Messaggero Veneto. Al di là dei fatti contestati al collega in due circostanze con apertura di un procedimento disciplinare, sconcerta ed  è inaccettabile il fatto che la conclusione sia quella di una sanzione così grave e enorme come quella della privazione del posto di lavoro, senza tener conto di tutte le condizioni umane e professionali in cui si svolge la vita del collega.

“La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Stampa del Friuli Venezia Giulia denunciano la gravità e l’enormità di un licenziamento in tronco, per presunta “giusta causa” di un giornalista del Messaggero Veneto. Al di là dei fatti contestati al collega in due circostanze con apertura di un procedimento disciplinare, sconcerta ed  è inaccettabile il fatto che la conclusione sia quella di una sanzione così grave e enorme come quella della privazione del posto di lavoro, senza tener conto di tutte le condizioni umane e professionali in cui si svolge la vita del collega.

Probabilmente dovrà essere un giudice ad accertare l'origine e le cause delle eventuali colpe - se vi sono - del giornalista licenziato, le responsabilità di comportamenti che comunque non sono tali da giustificare l'interruzione traumatica del rapporto di lavoro.
Peraltro la mancata considerazione della condizione psicofisica del giornalista, ben nota all’azienda, rende ancora più grave il provvedimento perché assunto a carico di una posizione debole nei confronti della “autorità” aziendale, alla quale spetta utilizzare le proprie risorse professionali nel modo adeguato rispetto alle condizioni di ciascuno. Il Sindacato dei giornalisti nazionale e regionale, solidale con il collega, lo affianca ora nella vertenza inevitabile per il reintegro e per la giusta considerazione delle problematiche legate al caso.
All’azienda, Finegil-Gruppo l’Espresso, l’invito a riconsiderare in sede sociale e sindacale la vicenda e a bloccare subito gli effetti del licenziamento, in sintonia con gli obiettivi di garanzia dei diritti delle persone poste tra le linee identificative del Gruppo”.

SOLIDARIETÀ DEI CDR DEL MESSAGGERO VENETO E DEL COORDINAMENTO GRUPPO ESPRESSO

Al pari del coordinamento dei Comitati di redazione del Gruppo Espresso (Finegil, Repubblica, Espresso, Elemedia) di cui fa parte, il Cdr del Messaggero Veneto, investito della questione dal collega interessato solo dopo il suo ultimo colloquio con l’Azienda per le controdeduzioni personali del caso, si associa a Federazione nazionale della stampa italiana e Associazione stampa del Friuli Venezia Giulia nella tutela di principio e del giornalista al centro di una delicata e incresciosa procedura di risoluzione del rapporto per giusta causa, stando al datore di lavoro. Nel contempo, il Cdr del Messaggero Veneto vigilerà sul mantenimento del livello degli organici redazionali da parte dell’Azienda, vertenza che richiederà il massimo dell’unità d’intenti, gravando il provvedimento adottato, e impugnato per vie legali dal collega, su un settore già in sofferenza.
Il Cdr Messaggero Veneto

Dal Coordinamento del CDR del GRUPPO ESPRESSO:
Il coordinamento dei Comitati di Redazione del Gruppo Espresso è al fianco e solidale con il collega del Messaggero Veneto oggetto di un provvedimento di licenziamento in tronco per presunta "giusta causa"e ne denuncia la gravità che costuisce un precedente allarmante per tutti i giornalisti del Gruppo. Condivide la posizione della Federazione nazionale della Stampa e dall’Associazione Stampa del Friuli Venezia Giulia, che al di là dei fatti contestati al collega in due circostanze con apertura di un procedimento disciplinare, ritiene inaccettabile il fatto che la "conclusione sia quella di una sanzione così grave e enorme come quella della privazione del posto di lavoro, senza tener conto di tutte le condizioni umane e professionali in cui si svolge la vita del collega". Chiede per tanto all’azienda, Finegil-Gruppo l’Espresso, di riconsiderare in sede sociale e sindacale la vicenda e a bloccare subito gli effetti del licenziamento, in sintonia con i valori e principi di difesa dei diritti da sempre espressi e identificativi del Gruppo.

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