Salta l’accordo tra le Associazioni di stampa Toscana, Umbra e Romana e il gruppo che edita il Corriere della Maremma. “Che finisse così – commenta l’Assostampa toscana – era tutt'altro che una necessità”, ma la proposta fatta dall’azienda era “davvero impossibile da sottoscrivere”.
Due giorni di trattative in sede Fieg e un esame
congiunto al Ministero del Lavoro non sono serviti a far cambiare idea all’azienda
e tutto è finito come era iniziato, il Corriere di Maremma ha sospeso le
pubblicazioni, la sede di Grosseto è chiusa e 5 colleghi sono in cassa
integrazione a zero ore.
“Che finisse così – commenta l’Associazione stampa Toscana – era tutt'altro che
una necessità: all'azienda, FNSI e Associazioni Regionali di Stampa (erano
coinvolte, oltre la Toscana, anche Umbra e Romana) hanno fatto proposte che
accettavano, sia pure a malincuore, la sospensione delle pubblicazioni e che
avrebbero portato ad eguali risparmi aziendali a condizione che per i
giornalisti del Gruppo Corriere dell'Umbria, Corriere di Maremma compreso, si rinnovasse il contratto di solidarietà sia
pure modulato in maniera diversa”.
“Di più: il sindacato – prosegue la nota dell’Ast – era disponibile ad
accettare per i giornalisti di Grosseto un periodo di cassa integrazione a zero
ore a condizione che per loro ci fosse una ragionevole possibilità di rientro
al lavoro a fronte di uscite incentivate da proporre a tutti i giornalisti del gruppo”.
La risposta dell'azienda è stata invece una disponibilità ad incentivare le
uscite dei 5 di Grosseto, incentivi per dimissioni volontarie a colleghi
distanti 15-20 anni dalla pensione in presenza di un mercato del lavoro
giornalistico che continua ad espellere colleghi. “Una proposta, quella
aziendale, al limite della provocazione. Davvero impossibile sottoscrivere un
accordo”, chiosa l’Associazione Stampa Toscana che “dopo aver fatto il
possibile – ribadisce - si mette a disposizione dei colleghi per ogni loro
esigenza”.