“La Fnsi condivide lo sconcerto dei colleghi de Il Sole 24 Ore Radiocor per l’improvvisa richiesta dell’azienda di ricorrere all’applicazione di un contratto di solidarietà con la riduzione degli stipendi del 35% e, in caso di mancato accordo, all’avvio unilaterale delle procedure di cassa integrazione per tutti i giornalisti.
La decisione appare tanto più grave se si tiene conto del ruolo centrale che proprio l’azienda ha voluto assegnare all’agenzia nell’ambito di un piano editoriale che punta allo sviluppo multimediale del Gruppo 24 Ore specie per quanto riguarda i nuovi portali verticali appena lanciati.
E’ auspicabile che l’editore si senta richiamato alla responsabilità sociale di una equità degli interventi di risanamento che non gravi solo su una delle realtà aziendali, alla quale viene invece richiesto di pagare un prezzo altissimo anche in termini di professionalità e non compatibile con l’attuale elevato standard qualitativo del notiziario e di tutte le altre attività editoriali svolte all’interno del Gruppo che, nonostante la grave crisi, la redazione è riuscita comunque a garantire finora con grande senso di responsabilità.
La Fnsi si schiera in modo convinto al fianco dei colleghi, confermando che li sosterrà, come ha fatto finora, anche in una trattativa che si presenta difficile ma che – nel rispetto del ruolo delle parti sociali e del contratto nazionale di lavoro – dovrà essere ricondotta al tavolo nazionale con la presenza della Fieg, alla quale chiediamo fin d’ora di fissare con urgenza un incontro.”
L’ASSEMBLEA DI RADIOCOR
I redattori di Radiocor – Il Sole 24Ore si trovano al bivio tra contratto di solidarietà al 35% (erano già al 17%) e cassa integrazione e l’assemblea dei giornalisti proclama lo stato d’agitazione invitando l’azienda a riaprire il confronto per arrivare ad una soluzione. E’ quanto emerge dal documento approvato dall’assemblea tenutasi oggi. L’assemblea, si legge, “ha accolto con sconcerto l’improvvisa richiesta, da parte dell’azienda, dell’applicazione di una solidarietà al 35% con, in alternativa, l’apertura delle procedure per la cassa integrazione”. I redattori di Radiocor invitano, quindi, “l’azienda a riaprire il confronto per arrivare in tempi rapidissimi a una soluzione che contribuisca a garantire la sostenibilità finanziaria dell’agenzia senza comportare conseguenze irreparabili per il notiziario, con la perdita di contratti e di fatturato, e che includa una puntuale verifica dello stato di attuazione del piano editoriale. L’assemblea accompagna questa richiesta con la proclamazione dello stato di agitazione e affida al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero”. L’assemblea di Radiocor ricorda inoltre che “la presa di posizione aziendale ha interrotto settimane di trattative, giunte a un passo dall’accordo e condotte alla presenza di Fnsi e Associazione Lombarda, per l’apertura di un nuovo stato di crisi con contratti di solidarietà, ulteriori sacrifici e la previsione di prepensionamenti che avrebbero garantito un consistente risparmio strutturale”. I redattori dell’agenzia ribadiscono che l’unico “obiettivo è garantire il futuro dell’agenzia. Per questo, negli ultimi mesi, i giornalisti di Radiocor hanno lavorato per mantenere elevata la qualità del notiziario, malgrado la continua riduzione dell’organico. La redazione ha inoltre sempre confermato la disponibilità a sedersi al tavolo con l’azienda per trovare una soluzione che consentisse di ridurre il costo del lavoro senza pregiudicare la qualità del prodotto. Evitando quindi l’applicazione di misure palesemente incompatibili con il piano editoriale presentato soltanto poche settimane fa e che assegnava a Radiocor un ruolo centrale nello sviluppo multimediale del Gruppo 24 Ore a partire dai nuovi portali verticali appena lanciati”.(ANSA, 9 OTTOBRE 2014)
SCIOPERO AL GR RAI E AGITAZIONE A RADIOCOR IN ITALIA SI RESTRINGONO GLI SPAZI DI INFORMAZIONE A RISCHIO LA LIBERTÀ DEI CITTADINI
Lo sciopero di tre giorni al Giornale Radio Rai e lo stato di agitazione a Radiocor, pur nella diversità delle situazioni, segnalano il profondo malessere delle redazioni di fronte al progressivo impoverimento dell'offerta informativa dei media nazionali. Così come nel caso dello smembramento della redazione del Tg5 il segnale va in una sola direzione: contenimento ragionieristico dei costi senza un'idea innovativa del prodotto. Nel caso di Radiocor, poi, siamo in presenza di un editore che non riesce a sostenere un piano editoriale varato soltanto pochi mesi fa. I casi sono due: o non sa fare i conti o non sa fare i piani.
"La chiusura di Unità ed Europa, la vicenda del Gr Rai e del Tg3, la gravissima crisi de Il Tempo, ora Radiocor, senza dimenticare T9 e l'emittenza locale - commenta il segretario Asr Paolo Butturini - non sono fenomeni isolati. Si tratta di un vero e proprio allarme democratico che ha riflessi sull'occupazione e sulla qualità dell'informazione. È una situazione che va affrontata con una visione di insieme e non caso per caso. Che fine hanno fatto gli stati generali dell'editoria che il sottosegretario Lotti ha promesso prima dell'estate? Assisteremo ancora al balletto degli annunci che finiscono nel vuoto? La FNSI dovrebbe convocare un Consiglio Nazionale straordinario e una Consulta dei Fiduciari con all'ordine del giorno "la difesa della libertà di informazione", ma soprattutto dovrebbe cominciare a indicare vie di uscita e idee innovative che finora hanno scarseggiato per non dire che sono state inesistenti".