Mario Ciancio Sanfilippo, sulla prima pagina di lunedì 18 maggio della Gazzetta del Mezzogiorno, ha deciso di interrompere per la seconda volta il silenzio che si era imposto. «La prima volta, il 6 maggio scorso, ha confermato il suo disimpegno come editore del giornale; sulla prima pagina di ieri - scrive il Cdr in una nota pubblicata anche sul sito web del quotidiano di Puglia e Basilicata - oltre a ribadire il disimpegno, ha aggiunto di non avere responsabilità sull'ultimo bilancio della Edisud Spa, il consuntivo 2018. Operazioni e responsabilità rispetto alle quali la redazione è estranea e vittima, avendone subìto tutte le possibili conseguenze».
«A stabilire se le cose sono nei termini enunciati dall'editore – aggiungono i giornalisti – saranno le autorità giudiziarie chiamate a prendere decisioni sullo stato dei conti della stessa Edisud e della controllata Mediterranea Spa. In entrambe le società hanno un peso decisivo i manager indicati nei consigli di amministrazione proprio dalla famiglia Ciancio Sanfilippo: sono gli stessi che negli anni antecedenti il sequestro del 24 settembre 2018 (poi annullato il 24 marzo 2020 dal Tribunale di Catania) a carico dell'azionista siciliano, hanno messo in atto sistematiche azioni di taglio delle retribuzioni di giornalisti e poligrafici come unica forma di attività gestionale. Sono stati, inoltre, protagonisti di iniziative inutili quando non dannose per le sorti della testata. Sono gli stessi manager che, sempre negli anni di piena responsabilità della famiglia Ciancio Sanfilippo, non hanno versato le dovute quote di contributi previdenziali. Senza contare il mancato pagamento delle collaborazioni alla rete dei corrispondenti di Puglia e Basilicata».
Prosegue il Cdr: «Fa piacere, anche se sorprende, intuire che adesso l'azionista prenda le distanze da quel management, la cui massima espressione è Franco Capparelli tuttora presidente della società Mediterranea e a lungo consigliere di amministrazione e direttore generale della Edisud sia sotto il controllo di Ciancio Sanfilippo sia durante i primi sei mesi di gestione commissariale affidata dal Tribunale di Catania ai professionisti siciliani Angelo Bonomo e Luciano Modica. Ma in tutta questa vicenda, ben oltre le righe scritte da Mario Ciancio Sanfilippo, resta una sola realtà: le vittime sono La Gazzetta Del Mezzogiorno, i giornalisti, i lavoratori tutti e i Lettori che chiedono solo di poter continuare ad essere informati dal giornale di Puglia e Basilicata».
Chiarito questo, concludono i rappresentanti sindacali, «siamo già proiettati verso il futuro: le attestazioni di stima e le sia pur informali manifestazioni di concreto interesse arrivate da più parti, sono per noi il segno che il passato è già nel campo dell'accertamento delle responsabilità. Siamo proiettati a fare la nostra parte per scrivere le pagine future: ben presto sarà pronta la nostra cooperativa per cogliere ogni occasione di sviluppo e gestione. Comunque continueremo a lavorare e a portare ogni giorno la Gazzetta in edicola».