«La vicenda della Gazzetta del Mezzogiorno è gravissima, l'amministrazione giudiziaria sta portando l'Italia al fallimento e i tempi della giustizia mal si conciliano con la gestione di una azienda editoriale, ma quello che è più grave è la totale assenza delle istituzioni». Lo ha dichiarato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, a margine della conferenza stampa convocata a Bari con il Comitato di redazione del quotidiano e il presidente dell'Assostampa Puglia, Bepi Martellotta, per spiegare le ragioni che hanno portato l'assemblea dei giornalisti a proclamare, ieri, lo sciopero a oltranza. Decisione, spiegata ai lettori con una lunga lettera pubblicata oggi sul quotidiano, arrivata dopo le mancate risposte sul pagamento degli stipendi degli ultimi quattro mesi, in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il gruppo dell'imprenditore Mario Ciancio Sanfilippo (il testo integrale della lettera è pubblicato qui).
«Segnalo che in questa come in altre analoghe vertenze che riguardano aziende che producono informazione, da Askanews alla Città di Salerno a Mondadori, il governo è totalmente assente. Nessun tavolo è stato convocato, come se dopo aver azzerato il Fondo per l'editoria si volesse azzerare l'editoria. E questo è molto grave», ha detto Lorusso.
«Quando siamo stati a Catania per incontrare gli amministratori giudiziari – ha proseguito il segretario della Fnsi – abbiamo chiesto di dare tempi certi a coloro che hanno presentato manifestazioni di interesse all'acquisto, chiarezza sui tempi dei pagamenti delle retribuzioni, la nomina di un Cda, risposte su un piano temporaneo di contenimento dei costi del lavoro. Ad oggi le risposte a queste richieste non sono arrivate, così come non ci spiegano come sono utilizzate le entrate mensili del giornale. Tutti gli incontri annunciati non si sono tenuti. Cos'altro possono fare i lavoratori, che invece dei regolari stipendi ricevono delle piccole mance, per difendere la dignità del loro lavoro?».
Balza agli occhi, ha incalzato Lorusso, «l'assordante silenzio del governo nazionale, pur con un esecutivo guidato da un pugliese come Giuseppe Conte. Non c'è nessuna dichiarazione del sottosegretario all'editoria o del ministro del Lavoro. Ci troviamo – ha aggiunto il segretario della Fnsi – in una situazione paradossale. Era chiaro dal primo momento che una azienda editoriale non si può gestire con i tempi necessari della giustizia. Non vorrei che intorno alla vicenda di questa testata, con 130 anni di storia, si stiano giocando altre partite di natura societaria sulla testa dei lavoratori».
C'è poi «una aggravante, ed è costituita dal fatto che chi è stato investito della amministrazione giudiziaria continua a non dare le risposte che si è impegnato a dare. Ho fatto rilevare che si continua a girare a vuoto. Ci sono due manifestazioni di interesse non vincolanti, una proposta vincolante di acquisto depositata. Cari commissari volete dare almeno risposte agli imprenditori interessati?», ha concluso Lorusso, che ha anche fatto sapere che c'è la disponibilità ad un confronto con la Fieg, specificando al riguardo che sarà disponibile se avverrà «con i vertici e non con figure di secondo piano».
Fra i presenti all'incontro anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro; il deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto; il consigliere comunale di FdI, Filippo Melchiorre.
«L'evoluzione della vertenza Gazzetta è estremamente preoccupante. Non abbiamo di fronte dei privati, ma una vicenda complicata dal punto di vista giudiziario, frutto di una novità contenuta nel codice antimafia. La Gazzetta si trova in questo contesto per un incidente», ha detto Emiliano.
«E perplessità - ha aggiunto - sorgono perché la vicenda della vendita del quotidiano è impantanata. In più dobbiamo andare a spiegare al Tribunale di Catania che la risposta dei commissari 'non ci sono soldi' non è soddisfacente. Non è una buona amministrazione far fallire la Gazzetta, visto che ci sono anche degli acquirenti. Non vorrei che altri fossero indotti da qualcuno a comprare l'asset senza personale, perché più conveniente di acquistarlo con i lavoratori. Il capitale umano dei lavoratori della Gazzetta deve seguire la testata nella sua evoluzione».