Lavoratori poligrafici del Gruppo Gedi Gnn in stato di agitazione dopo l'annuncio da parte dell'azienda di un piano di riorganizzazione con pesanti tagli al personale non giornalistico. Al loro fianco anche i giornalisti, con le rappresentanze sindacali aziendali, i Cdr, e le Associazioni regionali di Stampa e la Federazione nazionale della Stampa italiana, che esprimono profonda preoccupazione per le sorti dei colleghi poligrafici.
In sciopero già ieri, 14 novembre 2019, anche i giornalisti della Provincia Pavese, mentre oggi sono previste assemblee in tutte le redazioni, comprese quelle delle testate il cui personale non giornalistico ha già scioperato, impedendo oggi l'uscita anche di Secolo XIX e Il Tirreno. Domenica 17 novembre non saranno in edicola Il Piccolo di Trieste (i cui giornalisti hanno a loro volta proclamto sciopero) e il Messaggero Veneto.
Di seguito i comunicati dei Comitati di redazione delle testate del Gruppo Gedi Gnn.
I giornalisti della Provincia Pavese: «Non saremo in grado di garantire lo stesso livello di qualità»
I giornalisti della Provincia Pavese hanno indetto una giornata di sciopero. Il giornale non sarà in edicola venerdì 15 e il sito internet non verrà aggiornato fino a venerdì mattina. Il gruppo Gedi News Network (proprietario di 15 testate, tra cui la nostra) ha annunciato ieri mercoledì 13 novembre un piano che prevede il licenziamento di 121 lavoratori poligrafici (personale non giornalistico).
La ricaduta sulla nostra testata prevede la chiusura dell'area servizi dal primo gennaio 2020 con il licenziamento di 7 poligrafici su 7, persone che hanno lavorato per anni al nostro fianco. Ciò significa che la Provincia Pavese non avrà più un servizio di portineria, accoglienza e centralino. I giornalisti vedranno molto limitate le possibilità di intervento sulle pagine, sull'archiviazione delle fotografie e sull'organizzazione di eventi per la comunità dei lettori. In generale, non saremo in grado di garantire lo stesso livello di qualità.
Siamo consapevoli della difficoltà di mercato, ma facciamo notare che la Provincia Pavese è da sempre in utile e non ha mai dichiarato stati di crisi, eppure ha subito pesanti tagli di personale giornalistico e poligrafico. Un taglio orizzontale come è stato deciso dai vertici di Torino è semplicemente inaccettabile. Per altro, la decisione annunciata è in aperta contraddizione con quanto ci è stato spiegato solo pochi mesi fa dai vertici. I giornalisti chiedono un incontro immediato all'azienda perché chiarisca come intende gestire un giornale dopo aver fatto tagli di questo tipo.
Il Piccolo, i giornalisti proclamano sciopero: domenica il giornale non sarà in edicola
La redazione del Piccolo – dopo aver appreso i contenuti del piano di riorganizzazione del lavoro poligrafico del Gruppo Gnn, che per il nostro giornale prevede 13 esuberi su 19 colleghi, 18 dei quali a Trieste più uno a Gorizia – ritiene che ancora una volta si sia deciso di far pagare la crisi del settore ai lavoratori e alle loro famiglie.
Il piano nazionale – improntato a 'riduzioni dei costi' e 'razionalizzazioni', eufemismi per 'tagli', che prevede un totale di 121 esuberi poligrafici su un complesso di 280 circa – rappresenta un ulteriore grave impoverimento delle professionalità a disposizione della testata, che si aggiunge alla riduzione dei posti di lavoro giornalistici operata negli ultimi anni, alla recente chiusura del centro stampa di Gorizia e all'imminente riorganizzazione delle attività amministrative della concessionaria pubblicitaria Manzoni, che solo qui a Trieste comporteranno la perdita di ulteriori sette posizioni lavorative.
Alla luce di questo scenario occupazionale, e preso atto dello sciopero nazionale del Gruppo proclamato per il settore poligrafico nella giornata di oggi (15 novembre), l'assemblea dei redattori del Piccolo – come hanno deciso di fare molte altre redazioni del Gruppo stesso – partecipa convintamente a tale sciopero. Pertanto, domenica (17 novembre 2019) il Piccolo non sarà in edicola e vengono sospese per l'intera giornata di sabato (16 novembre) tutti gli aggiornamenti internet.
Il Cdr de La Stampa: «Grande preoccupazione per la ristrutturazione del lavoro poligrafico»
Il gruppo Gedi ha presentato un piano di ristrutturazione del lavoro poligrafico che riguarda la divisione Gnn (La Stampa, Secolo XIX e altre 13 testate locali). I giornalisti de La Stampa esprimono grande preoccupazione per lo scenario prospettato dall'azienda, che prevede 121 esuberi. Il piano – che giunge in un clima già di forte incertezza sul futuro asset societario di Gedi e in presenza di ulteriori richieste di contenimento dei costi senza iniziative di rilancio – coinvolge inevitabilmente e con conseguenze negative anche il lavoro giornalistico. A rischio, nell'immediato futuro, la qualità dei prodotti editoriali e dell'informazione. In particolare La Stampa – che a Torino ha già perso i correttori e subito tagli all'archivio e al centralino – avrà altri 12 esuberi strutturali, scelta che colpirà tutte le redazioni distaccate, le quali perderanno il supporto dei poligrafici, e per quanto riguarda Roma azzererà anche la segreteria, di fatto intaccando l'operatività di tutte le sedi.
I giornalisti de La Stampa esprimono solidarietà ai poligrafici e appoggeranno le iniziative promosse dai colleghi a sostegno dell'occupazione.
Il Cdr de Il Secolo XIX: «Al fianco dei poligrafici nelle iniziative che decideranno di intraprendere»
I giornalisti de Il Secolo XIX, dopo aver appreso i contenuti del piano di riorganizzazione dei lavoratori poligrafici di Gnn – controllata del gruppo Gedi di cui il Decimonono fa parte -, che per il nostro giornale prevedono un esubero di 27 lavoratori su 38, ritengono che ancora una volta l'azienda abbia deciso di far pagare la crisi del settore ai propri lavoratori. Il piano presentato dall'azienda rappresenta un ulteriore e grave impoverimento della testata e degli altri giornali del gruppo. Da anni, infatti, giornalisti e poligrafici de Il Secolo XIX sono chiamati ad affrontare con responsabilità tagli e sacrifici pur di tutelare la qualità dell'informazione e del prodotto, l'indipendenza della testata e il ruolo che questo giornale ricopre nel panorama dell'informazione nazionale grazie anche al forte radicamento sul territorio. Domani il Secolo XIX non sarà in edicola per lo sciopero dichiarato dal personale poligrafico: i giornalisti de Il Secolo XIX appoggeranno i poligrafici nelle iniziative che decideranno di intraprendere a difesa dei posti di lavoro e del giornale.
Il Cdr del Tirreno: «Ancora una volta si decide di far pagare la crisi del settore ai lavoratori»
Il Cdr del Tirreno, dopo aver appreso i contenuti del piano di riorganizzazione dei poligrafici di Gnn, che per il nostro giornale prevedono un esubero di 30 unità, ritiene che ancora una volta si sia deciso di far pagare la crisi del settore ai lavoratori. Il piano rappresenta un ulteriore grave impoverimento della testata, che si aggiunge alla chiusura avvenuta appena un anno fa del centro stampa di Livorno. Per questo motivo il Cdr appoggerà i poligrafici nelle iniziative che decideranno di intraprendere a difesa dei posti di lavoro e del Tirreno.
I giornalisti della 'Sentinella del Canavese': «Preoccupati e solidali con i poligrafici»
I giornalisti della Sentinella del Canavese, dopo aver appreso i contenuti del piano di riorganizzazione dell'editore (Gnn), esprimono gravi preoccupazioni. Per il nostro giornale, il piano prevede infatti la chiusura del presidio poligrafico, a partire da gennaio 2020, nel quale lavorano cinque persone. Questo significa, in concreto, che spariranno il servizio di accoglienza ed altri servizi basilari per la vita del giornale in un momento in cui si richiede un ulteriore sforzo della redazione sul fronte web e dei contenuti. I giornalisti, inoltre, vedranno molto limitate le possibilità di intervento sulle pagine e l'organizzazione di eventi per la comunità dei lettori. Per la testata, da più di cento anni leader nell'informazione sul territorio, rappresenta un grande impoverimento. I giornalisti della Sentinella del Canavese esprimono piena solidarietà ai poligrafici Gnn e li appoggeranno nelle iniziative che decideranno di intraprendere a difesa dei posti di lavoro.