Il Giornale di Sicilia non è oggi in edicola per lo sciopero di cinque giorni proclamato dai poligrafici a partire da ieri, 19 giugno. «La protesta nasce da un'ennesima mortificazione subita dai lavoratori che qualche giorno fa hanno ricevuto dall'azienda un documento in cui vengono dichiarati quasi tutti in esubero (34 su 43) – si legge in una nota della Rsu –. Due anni fa la maggioranza delle azioni del Giornale di Sicilia è stata acquistata dalla Ses, Società Editrice della Gazzetta del Sud. Il nuovo gruppo si è presentato ai poligrafici come un salvatore, promettendo che nessuna mattanza sarebbe stata compiuta e che avrebbe fatto il possibile per accompagnare tutti alla pensione prima di realizzare una sinergia totale fra i due quotidiani».
«Dall'indomani, però, la mattanza è iniziata – prosegue il documento – con contratti di solidarietà difensiva con quote del 50% con conseguente riduzione dello stipendio, che hanno costretto i lavoratori ad affrontare carichi di lavoro spesso insostenibili. E oggi pure ulteriori strette per potere andare in ferie: si riducono le presenze giornaliere, ergo aumento dei carichi di lavoro. Ma la cosa più dura da accettare è che il gruppo ha stabilito, da quello che si evince dal documento, che dei poligrafici che lavorano per il Giornale di Sicilia (non per un giornale parrocchiale) da una trentina d'anni, non sono abbastanza bravi e il loro lavoro sarà svolto in esclusiva dai poligrafici della Gazzetta del Sud».
Sciopero al Giornale di Sicilia, l'Assostampa: «Preoccupati per il futuro»
«Siamo molto preoccupati. Quanto sta accadendo al Giornale di Sicilia non lascia presagire nulla di buono. Tuttavia ci auguriamo che l'editore possa al più presto fornire un piano di rilancio per dare a una gloriosa testata il futuro che merita». Così l'Assostampa siciliana commenta le cinque giornate di sciopero indette dai poligrafici del Giornale di Sicilia dopo la decisione dell'azienda, la Ses società editrice della Gazzetta del Sud, di dichiarare 34 esuberi su 43 lavoratori.
«Chiediamo l'intervento di tutte le istituzioni che possano agevolare un percorso per la salvaguardia di posti di lavoro, che siano poligrafici o giornalisti - affermano il segretario regionale Roberto Ginex, il segretario provinciale Giuseppe Rizzuto e il presidente Alberto Cicero -. L'informazione a Palermo, in Sicilia, come nel resto del Paese, va salvaguardata perché significa democrazia, libertà, diritti, civiltà». (AdnKronos - Palermo, 20 giugno 2019)
La solidarietà del Cdr del Giornale di Sicilia ai colleghi poligrafici
Il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia esprime solidarietà ai compagni di lavoro poligrafici «impegnati un una dura battaglia per la salvaguardia del posto di lavoro». Anche ieri, giorno in cui è stato proclamato il primo giorno di sciopero, «abbiamo espresso sostegno e attenzione alla loro complicata vertenza. Anche la redazione, tuttavia, guarda con preoccupazione al futuro, visto che tutti stiamo pagando gli effetti di una dura crisi che poi scivola inevitabilmente sui diritti dei lavoratori e delle loro famiglie». Agli editori si chiede «attenzione e prudenza. E giusto avere un occhio attento ai conti e alla sostenibilità economica dell'azienda, ma a patto che non si dia vita a una macelleria sociale senza precedenti in 160 anni di vita di questo giornale». (Agi - Palermo, 20 giugno 2019)
Sciopero al Giornale di Sicilia. Slc Cgil: «Serve un piano industriale vero»
L'Slc Cgil Palermo esprime «profonda amarezza e preoccupazione per il dramma che stanno vivendo i poligrafici del Giornale di Sicilia, in sciopero per cinque giorni dopo la decisione dell'azienda, la Ses società editrice della Gazzetta del Sud, di dichiarare 34 esuberi su 43 lavoratori». Secondo l'Slc Cgil, «un'azienda editoriale che produce informazione deve essere considerata alla stregua di una istituzione culturale e si deve levare alto il grido delle istituzioni politiche in sua difesa». Da qui la richiesta, da parte del segretario generale Maurizio Rosso di un «intervento immediato del sindaco e del presidente della Regione per esigere piani industriali veri» dato che «il piano industriale 2018-2022, che prevedeva un graduale ritorno a un equilibrio economico finanziario, evidentemente non si è rivelato all'altezza dei risultati».
«Quando due anni fa il 51 per cento delle quote del Giornale di Sicilia fu acquistata dalla Ses, noi dicemmo subito che una fusione tra due giornali, in un momento di crisi dell'editoria, poteva essere un'operazione bellissima ma anche molto pericolosa - aggiunge Rosso -. Ci risposero che l'ottimizzazione delle risorse avrebbe comportato anche dei sacrifici ma che il progetto era il rilancio. Poco tempo dopo scattò la solidarietà al 50 per cento. Oggi possiamo ben dire che ci hanno raccontato un libro dei sogni. Dichiarare dall'oggi al domani 34 esuberi su 43 significa che la produzione di fatto è spostata a Messina e che la sede di Palermo viene ridimensionata, a un passo dalla chiusura. In un momento in cui Palermo ha riacquistato visibilità, è diventata capitale culturale e turistica - conclude - assestare questo colpo ai lavoratori di una testata fondamentale per una città dove hanno trionfato per anni mafia, malaffare e corruzione è un assassinio». (AdnKronos - Palermo, 20 giugno 2019)