Ferragosto sulle barricate al Giornale di Sicilia, il cui editore (e direttore) ha inviato negli scorsi giorni al Comitato di redazione comunicazione di avvio di procedura di licenziamento collettivo per ragioni economiche di 12 redattori. «Lo hanno fatto – si legge sul sito dell'Assostampa Sicilia – invocando non, come sarebbe ovvio e come è prassi consolidata, la legge di settore per le crisi delle aziende editoriali (la legge 416), ma la normativa (legge 223) che vale per le imprese commerciali e del terziario che non permette di usufruire di tutti gli ammortizzatori sociali di cui invece i giornalisti possono usufruire».
Non licenziamenti, ma provvedimenti e strumenti adeguati «per affrontare e superare la crisi mantenendo l'occupazione, quindi la qualità dell'informazione, unica garanzia di salvezza e di rilancio dell'editoria», è quanto auspica il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, annunciando per i primi di settembre la convocazione di un tavolo di confronto.
«Grazie all’intervento del segretario Lorusso – spiega il sito Giornalistitalia.it –, che si è subito attivato per trovare una soluzione che scongiuri il licenziamento di 12 redattori e di tutti i collaboratori e corrispondenti, ex articoli 2 e 12, del quotidiano, con conseguente chiusura di tre redazioni (Caltanissetta, Ragusa e Siracusa), la Federazione italiana editori giornali ha infatti dato piena disponibilità al confronto con l'editore del Giornale di Sicilia, in una prospettiva che, oltre al risanamento dei conti, punti inevitabilmente anche sul rilancio della testata».
Esprimendo piena solidarietà ai giornalisti e al Cdr, la Fnsi rimane, dunque, in attesa della risposta che la "Giornale di Sicilia Editoriale Poligrafica Spa" darà tramite la Fieg, alla quale è regolarmente iscritta.
Lo stesso Comitato di redazione, in uno scambio di comunicati con gli editori, dopo aver bollato come irricevibile l'informativa notificata dall'azienda, ha più volte posto l'accento sulla carenza di idee per il rilancio del giornale ribadendo di non ritenere «che la legge 223 invocata possa essere applicata al Giornale di Sicilia». (Qui il link al botta e risposta tra Comitato di redazione ed editori).
Al fianco del Cdr e dei colleghi si è ovviamente schierata l'Associazione della stampa siciliana che, nel condividere le scelte della redazione, in una nota del segretario regionale Alberto Cicero auspica «soluzioni condivise e non autoritarie».