Mondadori France non si tocca. I giornalisti scendono in piazza per difendere l'occupazione. La manifestazione si svolge a Parigi, a Palais Royale, davanti al ministero della Cultura e al Consiglio di Stato. L'annunciata cessione di numerosi settimanali al gruppo Reword Media – denunciano i cronisti – mette a rischio 700 posti di lavoro. Un timore tutt'altro che infondato, visto che nelle testate già acquisite Reword Media ha licenziato numerosi giornalisti. Il modello organizzativo è inaccettabile: il lavoro viene appaltato a service esterni o a giornalisti freelance con retribuzioni da fame e senza il riconoscimento di alcun diritto.
Al sit in partecipano i vertici dei sindacati francesi Snj e Snj-Cgt, il presidente della Federazione internazionale dei giornalisti, Philippe Leruth, e Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI, invitato al congresso del centenario del Snj, che si sta celebrando in questi giorni. «Piena solidarietà dei giornalisti italiani ai colleghi di Mondadori France – dice –. La vendita di un giornale non può provocare macelleria sociale. I diritti dei giornalisti e dei lavoratori non possono essere messi in discussione con operazioni poco lungimiranti».
Lorusso ricorda che anche in Italia il gruppo Mondadori sta cercando di ridimensionare la propria presenza nel mercato dei settimanali e dei periodici. Il caso Panorama, che Mondadori vuole vendere al gruppo 'La Verità', è lontano da una soluzione accettabile, vista anche la pretesa dell'acquirente di ridurre in modo considerevole le retribuzioni dei giornalisti. «La cessione di giornali di qualità a chi non riconosce i diritti dei lavoratori – attacca Lorusso – contribuisce a impoverire l'informazione di qualità. Non è soltanto un problema dei giornalisti, ma è un problema di tutti perché meno informazione significa meno democrazia».
Temi che il segretario generale della FNSI riprende nel suo intervento di saluto al congresso del Snj. «L'attacco ai giornalisti – avverte – non è l'attacco ad una categoria, ma è l'attacco al diritto dei cittadini ad essere informati e, quindi, alla democrazia rappresentativa. Serve un'azione e una mobilitazione di tutti i sindacati europei dei giornalisti contro chi, attraverso il taglio ai contributi all'editoria, o l'attacco alla segretezza delle fonti, vuole mettere in discussione la libertà di stampa, pilastro insostituibile di ogni democrazia».
Lorusso ricorda le battaglie che i giornalisti francesi e quelli italiani conducono in Europa per difendere i colleghi turchi e l'impegno comune per l'approvazione della direttiva europea sul diritto d'autore. «Adesso – dice – dobbiamo far sì che le norme vengano definite in tempi brevi per far sì che le risorse per 'risarcire' l'informazione professionale vengano utilizzate dagli editori per salvaguardare salari e occupazione».
Infine Lorusso auspica che i sindacati europei dei giornalisti promuovano azioni comuni presso le istituzioni di Bruxelles a tutela delle libertà e dei diritti, immaginando momenti di mobilitazione collettiva, a partire – propone – dal 3 maggio, Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, che sarebbe opportuno celebrare tutti insieme a Malta in ricordo di Daphne Caruana Galizia e di tutti i cronisti morti ammazzati.