Perché la delibera per la ridefinizione del trattamento economico del dirigente dell'ufficio stampa della Regione non è stata pubblicata sul sito internet della Regione? Quali misure la Giunta intende adottare per applicare il contratto collettivo nazionale della stampa ai giornalisti inquadrati come consulenti e a quelli, dipendenti dell'amministrazione regionale, inseriti nell'organico dell'ufficio stampa?
E ancora, quali misure la Giunta intende adottare per contribuire a risolvere o quantomeno ad alleviare la situazione di precariato diffuso che interessa il mondo della stampa in Sardegna? Infine, quali misure il presidente della Regione intende adottare per risolvere la situazione di conflitto di interessi che lo vede coinvolto in quanto massimo rappresentante istituzionale della Sardegna e azionista di riferimento di Tiscali? Sono alcune delle domande contenute nell'interrogazione urgente al presidente della Regione Renato Soru presentata dai consiglieri regionali di Alleanza Nazionale Mario Diana e Antonello Liori e illustrata stamane in una conferenza stampa. "Non è sotto accusa la professionalità di nessuno", ha esordito Diana denunciando, però, un "problema di metodo e di scarsa trasparenza". Secondo indiscrezioni circolate nei giorni scorsi e riportate dallo stesso Diana, la delibera in questione ha portato da 74 mila a 113, o forse 118 mila euro, il trattamento del capo ufficio stampa della Regione Umberto Cocco, nominato dalla giunta con delibera 347 del 25 agosto del 2004. Mario Diana ha criticato lo "scarsissimo livello qualitativo dei servizi forniti dall'ufficio stampa. Ho sentito tante critiche da parte di numerosi giornalisti che lamentano l'esistenza di discriminazioni fra testate". L'esponente di An ha inoltre parlato di "giornalisti di serie A e di serie B" in riferimento ai giornalisti-dipendenti dell'amministrazione che compongono l'ufficio stampa della Regione, diventati professionisti con il praticantato d'Ufficio riconosciuto dall'Ordine dei giornalisti, e ai quali non viene applicato il contratto giornalistico previsto invece dalla legge nazionale 150 sugli uffici stampa nelle pubbliche amministrazioni. "Queste persone sono state private delle loro mansioni, l'ufficio stampa è stato messo in sonno da questa Giunta", ha aggiunto Liori accusando il presidente Soru di comportarsi come "il padrone delle ferriere" e parlando di "scelte offensive e lesive della professionalità dei giornalisti". Nell'interrogazione si affronta anche il problema del precariato giornalistico che "riguarda non meno del 60% dei giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti agli elenchi dell'Ordine dei giornalisti". Diana ha accusato la Giunta di incrementare il precariato ricorrendo a giornalisti inquadrati come consulenti, ai quali vengono riconosciuti compensi ben inferiori a quelli previsti dal contratto giornalistico. "Non è possibile - ha concluso Diana - che in un momento come questo il presidente Soru senta la necessità di incrementare il fondo destinato al suo addetto stampa. Non ci pare opportuno". (AGI)